Nella Capitale governata da due super prefetti le tessere del mosaico non sono ancora tutte in ordine. Di sicuro, però, la triangolazione Palazzo Chigi-Palazzo...
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LA NOMINA
Attenzione: niente «dream team» di renziana narrazione. Si tratta, in questo caso, di funzionari (del Viminale, del Mef, del ministero delle infrastrutture) chiamati a occuparsi della macchina capitolina: dall'ambiente all'urbanistica, passando per bilancio, trasporti e così via. Una sorta di «assessori tecnici» che vigileranno sugli uffici per fare in modo che non si fermi la vita del Comune e quindi quella dei romani. Nei quattordici municipi della Capitale (quello di Ostia, il X, è stato sciolto per mafia) rimarranno in carica con presidenti, giunte e consiglio. Tronca e Gabrielli, i due prefetti a cui Renzi ha dato la gestione di Roma, si sono incrociati per tutta la giornata di ieri nelle varie commemorazioni dei defunti in programma in città e hanno deciso il primo piano d'azione. La convivenza tra i due funzionari dello Stato è delicata. A dare le carte è sempre Palazzo Chigi e quindi Renzi in persona, intenzionato a «buttarsi a capo fitto» sul dossier Roma, attesa dalla prova del Giubileo. «Il prefetto Gabrielli è una sicurezza e sta facendo un ottimo lavoro», dice il presidente del Consiglio, sottolineando poi il «lavoro sotterraneo e straordinario» durante l'Expo fatto da Tronca, «che dovrà gestire i poteri di sindaco, giunta e consiglio».
L'ANNO SANTO
Gabrielli si muove tra due fronti. Da quanto emerge in queste ore si rafforza «in maniera molto concreta» la nomina dell'ex Capo della protezione civile a commissario straordinario dell'Anno Santo. Ieri mattina il prefetto si è incontrato con il sottosegratario di Palazzo Chigi Claudio De Vincenti. Sessanta minuti di colloquio per fare il punto sulla gestione del grande evento religioso. Poi, prima di pranzo un'altra visita: questa volta al Quirinale per fare «una panoramica dei problemi di Roma in vista dell'Anno Santo» con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La situazione in effetti non è semplice.
A poco più di un mese dall'apertura della Porta Santa, la Capitale deve fare i conti con il ritardo dell'avvio dei lavori e attende i 300 milioni che dovrebbero arrivare dal Governo. Il decreto legge è atteso in settimana, al massimo nella seduta del consiglio dei ministri fissata per venerdì prossimo. Gabrielli commissario del Giubileo avrebbe un significato preciso: accelerare le gare, andare in deroga al codice degli appalti per intervenire subito sulle priorità della città (a partire dalla manutenzione di metro a bus). Ma i nodi da sciogliere sono anche legati a temi delicati come rifiuti e trasporto pubblico, note dolenti sulle quali Tronca chiederà sicuramente aiuto ad un «dream team» ancora tutto da decidere.
LA SQUADRA
I nomi più quotati restano quelli di Marco Rettighieri, Gloria Zavatta, Carlo Fuortes e Giovanni Malagò. Dovrebbe andare a costituire una struttura direttamente coordinata dal Governo, più vicina a Gabrielli che a Tronca. Per l'ex prefetto di Milano quella di ieri è stata la seconda giornata romana, sempre con la fascia tricolore al petto. Cominciata con la deposizione della tradizionale corona all'Altare della Patria e proseguita poi nei luoghi simbolo della Capitale, da Porta San Paolo, luogo della resistenza romana, alle Fosse Ardeatine passando per il Tempio Maggiore dove ha incontrato i vertici della comunità ebraica. Lo stile misurato e molto sobrio di questi giorni sembra tracciare il suo mandato in Campidoglio. Questa la dichiarazione del neo commissario: «Sono veramente orgoglioso di poter prestare il mio servizio e la mia responsabilità per la Capitale della nazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero