Giubileo, fondi del Governo a rischio, Campidoglio dovrà usare risorse proprie

Giubileo, fondi del Governo a rischio, Campidoglio dovrà usare risorse proprie
Il Giubileo sarà low cost, ma non solo per scelta. L'ipotesi che si debba far di necessità virtù, almeno alla voce fondi disponibili, si è manifestata con chiarezza ieri,...

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Il Giubileo sarà low cost, ma non solo per scelta. L'ipotesi che si debba far di necessità virtù, almeno alla voce fondi disponibili, si è manifestata con chiarezza ieri, nell'incontro di Palazzo Chigi tra il sindaco Ignazio Marino, il sottosegretario Claudio De Vincenti, il governatore Nicola Zingaretti e il prefetto Franco Gabrielli. Tema del vertice, appunto, l'Anno santo straordinario e il piano del Campidoglio.


In soldoni, il Governo in questo momento è impegnato su più fronti, e i margini per finanziare direttamente i progetti del Campidoglio sono risicatissimi. Ben lontani, insomma, da quei 300 milioni richiesti per far partire subito i primi cantieri: dal rifacimento delle strade ai parcheggi di scambio e percorsi ciclo-pedonali. L'alternativa immediata è quella di utilizzare con meno vincoli i fondi già in cassa. Il chirurgo dem ne è consapevole: «Noi ci stiamo muovendo all'interno delle risorse del Comune, chiedendo di valutare degli allentamenti del patto di stabilità - dice Marino - Forse delle risorse aggiuntive, ma per la Regione, servono per la sanità». Anche su questo punto, però, non è lecito aspettarsi piogge d'oro.

I POTERI



Poi c'è un tema scivoloso. Perché rischia di aprire uno scontro, seppur sotterraneo, che tutti voglio evitare per non guastare il clima «di cordiale collaborazione», sottolineato dalla Santa Sede. Ma ieri Marino è ritornato, con savoir faire, all'assalto: «È giusto che il coordinamento di tutti gli interventi per il Giubileo sia in capo al Comune». Il sindaco, in poche parole, punta a farsi nominare commissario. «Come toccò - ha sottolineato - nel Giubileo del 2000 a Rutelli». Marino dal Governo ha già ottenuto i “super poteri”: procedure più snelle per chiudere in sette mesi le gare («Ma saranno tutte passate ai raggi ics da Sabella», specificano dal Campidoglio). Ecco perché il sindaco auspica una sorta di riconoscimento scritto dal Governo. E cioè la nomina di commissario sebbene senza veri e propri poteri che tutti, Marino per primo, hanno sempre ritenuto controproducenti soprattutto dal punto di vista mediatico. La linea di Palazzo Chigi è quella del basso profilo. Prima regola: evitare di parlare di soldi. Seconda indicazione: se servirà un coordinamento sarà gestito da Franco Gabrielli, scelto da Matteo Renzi anche per questo. Dal Comune fanno notare che «tutti faranno la propria parte a seconda delle competenze». Che nel caso del Campidoglio sono quelle più importanti. Serviranno questi argomenti a convincere Palazzo Chigi? C'è chi giura di no. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero