Giubileo, Gabrielli: sì al blocco scioperi per i grandi eventi. E il Garante prova a fare marcia indietro

Giubileo, Gabrielli: sì al blocco scioperi per i grandi eventi. E il Garante prova a fare marcia indietro
Una lista di «giornate sensibili» in cui evitare gli scioperi durante il Giubileo. Per stilare l’elenco dei grandi eventi in cui vanno scongiurate «situazioni critiche», la...

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Una lista di «giornate sensibili» in cui evitare gli scioperi durante il Giubileo. Per stilare l’elenco dei grandi eventi in cui vanno scongiurate «situazioni critiche», la prossima settimana è previsto un vertice tra il prefetto di Roma Franco Gabrielli e i vertici dell’Autorità sugli scioperi. Il rappresentante del Viminale nella Capitale vorrebbe evitare la linea dura. Ai suoi ha confidato di sperare in «un ultimo tentativo per risolvere i problemi che sono alla base del malcontento» dei lavoratori di alcune aziende comunali, a partire da quella del trasporto pubblico. Poi però vanno tutelati anche i diritti dei cittadini. Già due settimane fa, il 15 settembre, la Prefettura ha precettato gli autisti di bus e metro che volevano scioperare proprio nel giorno in cui avrebbero riaperto tutte le scuole di Roma. Un modello che, in assenza di accordi, sarà replicato anche per i grandi eventi del Giubileo (una ventina, secondo il calendario pubblicato dal Comune). La linea, ha detto Gabrielli ai suoi collaboratori, «è quella della massima salvaguardia per la città».




LA STRATEGIA DEL PREFETTO In teoria la strategia del prefetto coincide con quella del presidente dell’Autorità, Roberto Alesse. In teoria, perché ieri le parole di Alesse sono diventate un caso. La sua presa di posizione iniziale, riportata ieri sulle colonne di questo giornale, prometteva una stretta per evitare i disagi durante l’Anno Santo. Dopo lo sciopero che venerdì ha messo in ginocchio bus e metro di Roma, l'Authority aveva assicurato uno stop alle agitazioni nei giorni caldi del Giubileo. Il Garante si diceva pronto anche ad applicare la regola della “concomitanza” (l' intervallo minimo tra uno sciopero e l'altro) non solo per le proteste indette in uno stesso settore ma anche per le mobilitazioni che riguardano altri servizi. Tutto per evitare che proteste a distanze troppo ravvicinate potessero causare danni a romani e pellegrini. Ieri mattina però è arrivato il dietrofront. Il garante, in una nota, ha definito «destituita di fondamento la ricostruzione» del Messaggero secondo cui durante il Giubileo «saranno bloccati tutti gli scioperi nei giorni dei grandi eventi». Alesse nella nota «auspica che le parti sappiano addivenire ad un accordo. Qualora ciò non dovesse accadere l'Autoritá non mancherà di segnalare al Governo e al Prefetto, titolari del relativo potere, l'opportunità di emanare l'ordinanza di precettazione». Il Garante nel comunicato nega anche l'idea di voler modificare le «regole dell'intervallo tra scioperi che sono dettate dalla legge».



L’AUDIO REGISTRATO Dichiarazioni che contrastano con quanto affermato dallo stesso garante nel colloquio telefonico di venerdì con il Messaggero. Un audio registrato che, dopo la smentita, è stato pubblicato sul nostro sito IlMessaggero.it. Nel file Alesse si dice pronto a «vigilare sulla regola della “concomitanza”, per evitare che ci siano scioperi proclamati in settori diversi ma che abbiano un impatto sui diritti dell'utenza». E ancora: «Non voglio un’intersecazione di scioperi. Ci sarà una grande vigilanza». Vigilanza significa anche precettazione, come atto finale? «Useremo tutti gli strumenti che la legge e anche la giurisprudenza dell'Autorità fin qui ha maturato». Regola della concomitanza, significa anche concomitanza con i grandi eventi del Giubileo? «Certo, certo, è chiaro - assicurava Alesse - Lei vede anche quante volte abbiamo precettato perché contemporaneamente all'Expo c'erano tanti altri eventi internazionali a Milano». Quanto al ruolo del prefetto, a cui nella nota di ieri mattina viene attribuito il potere di precettazione, al telefono Alesse aveva una posizione diversa: «Tutto parte da noi. Noi siamo i “domini”, i signori del procedimento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero