Se il futuro è incerto la generazione è «boh»

Se il futuro è incerto la generazione è «boh»
Cosa siamo? La generazione degli eterni insicuri, dei boh!... vedremo, forse, non lo so... @MaddaViiato Ma quelli siamo...

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Cosa siamo? La generazione


degli eterni insicuri, dei boh!...

vedremo, forse, non lo so...

@MaddaViiato





Ma quelli siamo noi? Boh!». E faticano a riconoscersi nelle loro stesse parole. Le riascoltano alla Festa del cinema, sullo schermo per la prima volta la storia del liceo Giulio Cesare nel film documentario di Antonello Sarno. Sfilano gli studenti di ieri e di oggi, dall'ossessione per la politica a quella per lo smartphone. I ragazzi di oggi più che dire, chiedono: ma il video quando va? Vogliono sapere dove e quando rivedranno le loro interviste. Figli di YouTube, nutriti dai "mi piace", la vita si pubblica e si commenta. Il resto è sonno. “Generazione boh”, il rapper Fedez li chiama così, gli dedica un titolo e canta: «Non ci fermiamo alle precedenze ma ci fermiamo alle apparenze».

«Ma noi non siamo così», inconsistenti, i ragazzi del Giulio Cesare - e gli altri - si sentono a disagio in quelle immagini. E’ vero della politica non gli importa però se c'è da spalare fango da qualche parte sono lì, concreti e intraprendenti. Tutto è cambiato e loro sono post, oltre: ideologie, euro-illusioni, garanzie. Anche post precariato, ricordate quelli della generazione mille euro? Beati, loro quel traguardo lo vedranno tra 20 anni, forse. Nemmeno la sicurezza della precarietà. «Abbiamo più punti interrogativi che punti di riferimento», ancora Fedez. Sì è così, adesso provate voi a crescere con tutti questi boh!, a guardare il futuro e vedere un muro, a chiedervi quale sarà il vostro paese, che lingua parlerete per vivere, a inventarlo il lavoro e non cercarlo. «Generazione boh!», ok. Noi, quelli del boh!, eroi dell'incertezza, non cerchiamo colpe ma voi non giudicate.

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Il Messaggero