Giornata della Memoria, applausi in Campidoglio ai testimoni Terracina e Sed, scomparsi di recente

La sindaca Virginia Raggi tra Ruth Dureghello e Luca Bergamo
Un applauso in memoria di Pietro Terracina e Alberto Sed, testimoni della shoah e recentemente scomparsi, ha aperto la celebrazione per la Giornata della memoria in Campidoglio a...

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Un applauso in memoria di Pietro Terracina e Alberto Sed, testimoni della shoah e recentemente scomparsi, ha aperto la celebrazione per la Giornata della memoria in Campidoglio a cui hanno preso parte stamattina gli studenti delle scuole superiori di Roma. «È importante vedervi qui, in una giornata fondamentale come questa», ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi portando il suo saluto agli studenti. «Ci sono giornate importanti nella vita di una comunità. Il 27 gennaio è la giornata della memoria e avervi qui ci aiuta a capire quanto sia importante non dimenticare e tramandare la memoria. Fondamentale non dimenticare, perchè quello che è accaduto fa parte della nostra storia e del nostro passato, appartiene a tutti noi anche se non lo abbiamo vissuto. È importante ricordare per poter scegliere, se non facciamo esercizio di memoria è probabile che la storia si ripeta, ricordare ci aiuta ad andare verso un futuro migliore e diverso». Raggi ha poi ricordato che «Roma ha pagato un alto tributo di sangue alla shoah. Viviamo in una democrazia che è stata costruita e che non dobbiamo mai dare per scontata». 

Un parco di Roma sarà intitolato a Sergio De Simone, uno dei bambini vittime dell'Olocausto e cugino delle sorelle Andra e Tatiana Bucci. Portato ad Auschwitz a soli 7 anni, il piccolo Sergio fu l'unico italiano tra i 20 bambini di varia nazionalità selezionati come cavie umane per esperimenti medici compiuti da Kurt Heissmeyer nel campo di concentramento di Neuengamme presso Amburgo.
Bambini e orrore. La presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ricorda che «il focus di questo Giorno della Memoria sono proprio loro, i bambini. Da Roma ne partirono 250 e non tornò nessuno. Non dimentichiamoci chi si è voltato dall'altra parte e chi è stato complice di questo orrore. A chi mi chiede se ho fiducia nelle nuove generazioni rispondo di sì». E a proposito dell'oltraggio a Mondovì la presidente dice: «è una scritta infame, una spina che purtroppo è ancora insinuata nella società. Sono 75 anni dall'apertura dei cancelli di Auschwitz ma non è una liberazione eterna. Non vuol dire che l'orrore non si può ripetere, magari non in quei modi. Ma i segnali di odio e intolleranza sono in tutta Europa e stanno arrivando anche in Italia. Ci sono paesi in cui è impossibile indossare la kippah, in cui si violano le tombe». 

Per questo la sindaca di Roma sottolinea l'importanza di gesti concreti: 
«Come i viaggi della memoria e abbiamo aggiunto la tappa di Amburgo che fa parte della costruzione della memoria. Per fare memoria bisogna non solo ricordare il passato ma fare anche gesti concreti per questo abbiamo voluto eliminare dalla toponomastica di Roma alcune strade ancora intestate a firmatari del manifesto della razza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero