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Formalmente si tratta di una tentata estorsione, perché dopo che qualcuno le ha hackerato il profilo Instagram ha iniziato quasi subito a battere “cassa”: «Se vuoi indietro il tuo profilo devi pagare mille euro». Bersaglio facile da irretire considerato che, per la professione svolta dalla vittima - una giornalista delle reti Mediaset - i social sono uno “strumento” di lavoro quasi indispensabile. C’è un uso continuato e duraturo con seguente pubblicazione di foto, per lo più, che descrivono la sua quotidianità, la sua professione e in parte la sua vita privata con decine di contatti, compresi colleghi, a cui sarebbero potute arrivare informazioni sbagliate, messaggi offensivi e chissà cos’altro. La vittima del resto ha un parterre corposo di contatti: su Instagram è seguita da più di 30 mila “followers” e su Facebook ha raggiunto il “tetto” limite. Probabilmente anche per questa notorietà social è finita della rete delle truffe e delle estorsioni on-line.
Il caso risale a qualche tempo fa: la giornalista scorrendo la home del proprio profilo Instagram si imbatte in uno dei tanti annunci che il famoso social promuove oltre alle carrellate di foto pubblicate dalle persone con cui si è in contatto.
LA RICOSTRUZIONE
C’è di tutto seguendo quella logica di marketing per cui molte società, aziende, singoli imprenditori offrono i propri servizi o prodotti: dalle strutture ricettive all’abbigliamento, dalle scarpe ai libri da poter acquistare.
LE INDAGINI
I rilievi tecnici non sono immediati ma, considerata anche la recrudescenza del fenomeno, esploso in concomitanza con l’emergenza da Covid-19 giacché le relazioni sono passate per lo più via social e la seguente capacità investigativa che si è affinata, a breve potrebbero arrivare già dei risultati. Bisognerà capire quanto “bravo” sia stato l’hacker, al momento ignoto, ed eventualmente risalire una catena di potenziali altre vittime. Il sospetto, infatti, è che vista la metodica usata, la facilità mostrata per catturare il profilo di un’utente, ci siano altri casi analoghi con altre potenziali vittime di estorsione. In più, considerato anche il livello di “osmosi” che c’è in generale tra i social, le attività dei militari si concentreranno anche su altre applicazioni, come appunto Facebook, per accertare o escludere che ad essere hackerato non sia stato solo il profilo Instagram della giornalista.
Il Messaggero