Gigi Proietti, centinaia di fiori e biglietti: l'abbraccio dei romani

Il primo a scendere da un taxi intorno alle nove del mattino è stato il ventenne Alberto. Rigorosamente rose gialle e rosse. «La scomparsa di Proietti - dice il...

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Il primo a scendere da un taxi intorno alle nove del mattino è stato il ventenne Alberto. Rigorosamente rose gialle e rosse. «La scomparsa di Proietti - dice il ragazzo - lascia un vuoto incolmabile in almeno tre generazioni». Poi a poco a poco in silenzio, rifuggendo anche le telecamere (non siamo qui per questo dicevano in molti) la Roma dei tanti si è ritrovata in viale di Villa Massimo 48, dove Gigi Proietti è scomparso all’alba del suo ottantesimo compleanno aprendo uno squarcio nei cuori di tante persone comuni. E così il muretto della clinica Villa Margherita si è riempito di fiori. «Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radici in altri» si legge nel biglietto di accompagno che Debora ha lasciato su una rosa all’ingresso della clinica.

Morto Gigi Proietti, i saluti fuori dalla clinica Villa Margherita (foto Andrea Giannetti/Ag.Toiati)

«Al più grande dei grandi... grazie di tutto maestro», si legge in un altro biglietto. «Ciao Mandrake mo’ vola in paradiso, so che pure lì - aggiunge Maddalena su un mazzo di viole - sarai se mejo». Francesca su un mazzo di rose rosse e gerbere gialle lascia un sonetto: «Da oggi a Roma brilla una stella in più da quel palco dove sei salito senza tornà giù... te rendi conto sì cosa c’hai combinato... lasci er nonno orfano de un sorriso sgangherato, “sarvate Mandrà” t’avemo detto tutti ma tu non c’hai sentito. Arriveranno tempi brutti de sicuro pensanno a nun avette nel futuro». E poi Roberta: «Nasce e morì lo stesso giorno è na mandrakata!...».

Morto Gigi Proietti, i biglietti dei romani davanti alla clinica: «Sta mandrakata non ce la dovevi fa'»

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Il Messaggero