Il silenzio del Municipio e del Comune davanti a una mamma preoccupata per il destino dei bimbi che come suo figlio potrebbero avere incidenti nelle aree giochi del quartiere. La...
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«Dopo un anno non è cambiato nulla, le altalene sono distrutte, l'erba è alta: non c'è alcuna manutenzione nonostante mio figlio abbia fatto un volo di un metro e abbia rischiato moltissimo a causa del trauma cranico riportato». Ogni volta che passa davanti all'area giochi di via Don Pasquino Borghi, al Torrino, la mamma fa una smorfia. Il 30 luglio il suo bimbo (un anno e tre mesi) è caduto mentre era sullo scivolo. «La parete laterale aveva le viti manomesse – spiega - mio figlio si è poggiato con il braccio ed è caduto, ha battuto forte la testa. Solo dopo qualche mese abbiamo avuto la certezza che l'urto non gli aveva provocato danni». Nel parchetto le altalene sono distrutte. «Continuano gli atti di vandalismo» dice la mamma che preferisce non apparire con nome e cognome. Subito dopo l'incidente ha fatto una denuncia alla polizia e ha scritto e-mail certificate al Municipio e al gabinetto del sindaco: «Ma non ho mai ricevuto risposta». Erba alta e mancata manutenzione anche nell'area giochi di via dei Caduti della Resistenza. «Anche lì è impossibile portare i bimbi a giocare» aggiunge la mamma.
I cittadini provano a non arrendersi e continuano ad adottare i parchi. L'associazione Simpatiche Canaglie ha trasformato l'area cani di via Fiume in un gioiellino: pulisce, falcia l'erba e ha dipinto le panchine trasformandole in un’opera di street art. Il Coordinamento dei 17 comitati di quartiere da tempo sta provando a contattare il Campidoglio. Ha scritto al sindaco Raggi, proponendo la formula del “baratto amministrativo”: sgravi fiscali o rimborsi in cambio della manutenzione delle aree verdi da parte dei cittadini denunciando lo stato di abbandono del verde che provoca «un eccesso di allergeni, accumulo di rifiuti, pericolosità di transito nei pressi di incroci e rotatorie». «Il 6 giugno l'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari ci aveva dato appuntamento in Campidoglio – spiega il coordinamento – ma non si è presentata, lo troviamo scandaloso».
Il 22 maggio è partito il terzo contratto per reclutare la squadra di “manutentori civici”: 50 ex disoccupati impiegati nello sfalcio dell’erba. Su Facebook pubblicano le foto dei loro numerosi interventi, mentre i cittadini ringraziano e quasi se li litigano chiedendo interventi nei quartieri. Nelle foto sono senza divisa. «Il Comune non ci ha fornito il kit da giardinieri, abbiamo provveduto a nostre spese e qualcosa ci è stata donata dai "colleghi" comunali. Il 18 aprile 2016 – spiegano - abbiamo iniziato a lavorare: ci erano stati dati due paia di pantaloni, una giacchetta, un paio di scarpe, guanti, occhiali in plastica, un elmetto protettivo. I guanti li abbiamo ricomprati più volte, visto il lavoro che facciamo non se ne può fare a meno: i vestiti ci mancavano in inverno perché quelli dati non erano adatti alla stagione. Molti indumenti non sono sopravvissuti all'ambiente in cui operiamo, verde ma anche di rifiuti di ogni genere. Stesso discorso per le scarpe. Protezioni tipo le cuffie per il rumore non ci sono mai state fornite» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero