Non è una zona nascosta della Magliana o un angolo di via Pietralata che - pur con tutte le denunce mosse dai comitati di quartiere - restano entrambe in balìa...
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LE PROTESTE
C'è chi soventemente getta di proposito rifiuti in quel luogo dimenticato. Un uomo che a Trastevere chiamano tutti Giovanni. Lo vedono, di giorno e di notte, intrufolarsi a Monte Aureo carico di rifiuti. Li va a buttare. Sul perché e comandato da chi, resta un'incognita. Certo è che il colpo d'occhio, addentrandosi in quel lembo di verde è impressionante: a pochi metri la vita di un normale quartiere, le auto parcheggiate, le strade di Trastevere. Lì dentro, invece, scatolami, rifiuti organici e ingombranti, i sacchetti, più o meno tracimanti, attaccati a mò di stampelle sugli alberi. E ancora le siringhe, usate da qualche tossico dipendente, e i roditori che girano indisturbati attratti dall'odore e dagli avanzi di cibo. I residenti si sentono esasperati. Le loro richieste restano inascoltate. «E' vergognoso che una passeggiata del genere sia lasciata del degrado», tuona Giorgio Carra dal Pd. «Soltanto venerdì scorso - spiega la presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi - abbiamo sollecitato nuovamente la segreteria dell'assessore Muraro per chiedere che venga predisposto al più presto un intervento di bonifica». L'Ama, infatti, interpellata più volte, non può far nulla. Si tratta di interventi straordinari che devono essere licenziati dal Dipartimento ambiente del Campidoglio. Sulla questione è stata allertata anche l'Asl Rm/A poiché non è da escludere il rischio sanitario. Inoltre, anche a causa delle condizioni della zona, sempre il primo municipio non può ancora procedere con i lavori di ristrutturazione delle quattro rampe che collegano proprio Monte Aureo dal Gianicolo a Trastevere. «Finché non si bonifica - conclude l'Alfonsi - non può partire il cantiere».
IL RECUPERO
Il progetto, ormai datato, risale al 2014. L'area si è trasformata in una discarica anche a causa della chiusura dei punti di accesso alla passeggiata. Il municipio dopo un tira e molla con il Comune, durato mesi, era riuscito a ottenere un milione e 200mila euro di finanziamenti da Roma Capitale per procedere con il recupero. Recupero che sarebbe dovuto partire i primi giorni di settembre ma che resta fermo non soltanto per la discarica ma anche a causa di un ultimo parere che la Ragioneria del Campidoglio deve ancora licenziare. «Avevamo tutti i permessi», ricorda l'assessore al Commercio dell'ex-circoscrizione, Tatiana Campioni che nella scorsa consiliatura, con la delega ai Lavori pubblici, aveva seguito la questione. «Era stato espletato il bando di gara, isolato il vincitore, erano state fatte tutte le verifiche e il progetto era pronto al Segretariato generale per la firma del contratto». Oggi, invece, il progetto è impaludato. Costretto dalle ulteriori verifiche richieste dalla Ragioneria e piegato dall'onta di una discarica in cui continuano a raccogliersi centinaia di rifiuti.
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Il Messaggero