Roma, giallo a Tor Vergata: studente si suicida, si muove la Procura, sentiti gli amici

Roma, giallo a Tor Vergata: studente si suicida, si muove la Procura, sentiti gli amici
Non aveva nemmeno vent'anni, aveva il volto di un bambino. Si è arrampicato sulla rete che circonda il ponticello in via della Ricerca scientifica, nella città...

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Non aveva nemmeno vent'anni, aveva il volto di un bambino. Si è arrampicato sulla rete che circonda il ponticello in via della Ricerca scientifica, nella città universitaria di Tor Vergata. E si è gettato nel vuoto. Dodici metri, prima di raggiungere il suolo e fratturarsi completamente il bacino. Ricoverato nell'ospedale dell'ateneo, D. C. è morto ieri, dopo un'agonia durata 16 giorni. Ora, sul caso indaga la Procura di Roma. Il pubblico ministero Rita Ceraso ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Il magistrato ha anche nominato un medico legale che dovrà effettuare l'autopsia del cadavere. Nel frattempo, la polizia giudiziaria sta ascoltando gli amici del ragazzo, iscritto al primo anno della facoltà di Biologia.


LA FAMIGLIA
Per il momento nessuno ha saputo spiegare come mai il compagno abbia deciso di farla finita. Il ragazzo non ha nemmeno lasciato un biglietto d'addio. Anche i genitori sono stati ascoltati dagli inquirenti: nemmeno loro riescono a ricostruire la vicenda. Il tragico gesto risale allo scorso 27 aprile. Il giovane si è sporto dal ponte che collega due diverse facoltà dell'ateneo e si è gettato di fronte ad alcuni compagni. Immediata la corsa in ospedale. I medici hanno tentato in ogni modo di salvarlo, ma le sue condizioni erano critiche. La polizia è arrivata sul posto in un attimo. Gli agenti hanno interrogato i colleghi dello studente: erano tutti sconvolti. Nessuno si aspettava che il giovane covasse un malessere tanto profondo.
 


Nelle foto sulla sua pagina Facebook, è sorridente, circondato dagli amici. Dissimulava una serenità che probabilmente non c'era. Ora le indagini sono in corso per capire se il giovane avesse problemi scolastici, se visi fosse cacciato in un brutto guaio, o stesse soffrendo per una delusione d'amore. La vicenda ricorda quella di un altro studente che si è tolto la vita nel piazzale dell'ateneo che frequentava, Roma Tre: il 19 aprile il ragazzo, iscritto a Ingegneria, ha estratto una pistola e si è sparato un colpo in testa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero