Roma, raccolta differenziata al Ghetto: «Da fiore all'occhiello a disastro annunciato»

Roma, raccolta differenziata al Ghetto: «Da fiore all'occhiello a disastro annunciato»
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«Nel novembre del 2017 la sindaca Raggi inaugurava la raccolta porta a porta al Ghetto ebraico annunciando l'impiego dei sacchetti intelligenti. A soli sei mesi da quella data quello che sembrava essere un fiore all'occhiello dell'amministrazione si è rilevato un disastro dove si moltiplicano le proteste». Così, in una nota, le consigliere del Pd capitolino Valeria Baglio e Ilaria Piccolo. «Nella piccola enclave del centro storico - continua la nota - che gravita intorno al Portico d'Ottavia, dove si contano 760 residenti, 327 utenze domestiche e 68 utenze non domestiche, ovvero lo 0,027 % di tutta l'utenza romana, la raccolta dei rifiuti non funziona. Il modello voluto dalla giunta Raggi e che dovrebbe essere esportato in altri quartieri fa acqua da tutte le parti. Eppure solo sei mesi fa la sindaca affermava. “Il rivoluzionario sistema di raccolta porta a porta è finalmente una realtà”. Purtroppo la realtà che vive giornalmente il Ghetto rispecchia quella di quasi tutti i quartieri della Capitale. Rifiuti accumulati intorno a cassonetti stracolmi, androni e cortili di condomini ridotti a piccole discariche e città soffocata dalle immondizie. Di hi-tech di sicuro c'è solo la raccolta dell'Ama che procede ad intermittenza. Un problema, più volte denunciato, dovuto semplicemente alla scelta di non realizzare gli impianti e i siti di stoccaggio per la lavorazione dei rifiuti. Il risultato è disastroso con la saturazione dei due impianti di Salaria e Rocca Cencia. L'immondizia nel ghetto come nel resto della città, resta così alla merce di gabbiani e roditori, da piazza Mattei a piazza Cinque Scole e a piazza Paganica come a Monteverde, a Primavalle, al Flaminio a Centocelle e Montesacro. I calendari della raccolta al ghetto non funzionano - lamentano gli abitanti - e i sacchi della differenziata stazionano per intere giornate agli angoli delle strade. Se per 760 cittadini ci sono problemi così rilevanti, cosa ci si deve attendere da un modello che dovrà interessare oltre 500 mila romani?».

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Il Messaggero