Roma, gestiva case chiuse a Fiumicino, Ostia e Tuscolano: arrestata maitresse cinese

Roma, gestiva "case chiuse" a Fiumicino, Ostia e Tuscolano: arrestata maitresse cinese
Gestiva un vero e proprio "franchising" della prostituzione. Tre case di appuntamenti tra Fiumicino, Ostia e Tuscolano e un florido giro d'affari. Lei, la 42enne...

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Gestiva un vero e proprio "franchising" della prostituzione. Tre case di appuntamenti tra Fiumicino, Ostia e Tuscolano e un florido giro d'affari. Lei, la 42enne cinese che tesseva le fila di questa rete dello sfruttamento, è finita in manette.  Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Fiumicino, diretto da Lucia Franchini, sono partite da alcuni annunci pubblicizzati su vari siti di incontri. I poliziotti, monitorando le utenze, hanno capito che i clienti venivano indirizzati nelle varie "sedi" del suo giro. J. E, queste le iniziali della maitresse, non sapeva di essere pedinata e qunado è arrivata davanti a un portone di un palazzo nel centro di Ostia per riscuotere gli incassi della giornata, si è ritrovata bloccata dagli agenti di polizia. La donna si era appena fatta consegnare una mazzetta di soldi da una ragazza dai tratti orientali.


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Come sospettato, la giovane che ha aperto la porta, si prostituiva e, il guadagno, tranne pochi euro, doveva consegnarlo a J.E. Oltre ai soldi ed ai cellulari i poliziotti hanno anche sequestrato delle ricevute di ricariche Postepay. Gli investigatori, subito dopo, hanno bussato ad un appartamento di Fiumicino ed anche qui ad aprire è stata una giovane prostituta di origini orientali, arrivata da 2 mesi in Italia. La ragazza riferiva di non sapere per chi lavorasse ed i soldi guadagnati doveva lasciarli sotto lo zerbino. Il terzo appartamento riconducibile all'attività gestita da J.E è nella zona di Tuscolano ed anche qui è stata trovata una prostituta cinese. Per ultimo è stata perquisita l'abitazione, sempre nel quartiere Tuscolano, dove abitava la maitresse. In casa c'era il compagno e lì sono stati trovati e sequestrati i cellulari con le utenze pubblicizzate e svariati preservati identici a quelli trovati nelle «case chiuse». J.E è stata arrestata e condotta nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero