Combattere i nazionalismi che invocano muri e confini, così come ogni forma di totalitarismo e di razzismo; rimuovere gli ostacoli all'autodeterminazione, lottare...
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"Scopriamoci", si legge nel documento, «è l'invito che facciamo a tutte le persone che riconoscono nel Roma Pride una grande manifestazione di liberazione e di lotta» una manifestazione che «si batte contro ogni forma di sopruso, autoritarismo e totalitarismo, facendo propri i principi dell'antifascismo, dell'antisessismo e dell'antirazzismo».
«L'involuzione nella politica dell'Occidente mette oggi in discussione le conquiste ottenute nel corso dei secoli con il sudore, il sangue e talvolta pure la vita di tanti fratelli e sorelle. Tra queste - denuncia il documento politico del Roma Pride - torna a essere messa continuamente in discussione la laicità, presidio fondamentale di tutela di ogni individuo e chiave di volta di qualsiasi società veramente democratica, pluralista e inclusiva». Il Roma Pride «continuerà a essere presidio della laicità delle istituzioni e nella società, difesa della libertà di tutti gli individui e fermo oppositore di ogni forma di ingerenza da parte delle religioni nelle leggi e nelle politiche dello Stato». A questo «processo involutivo politico», si aggiunge «il drammatico ricorrere nella cronaca del nostro Paese di episodi di violenza inaudita, talvolta mortale, nei confronti delle donne. Violenza che in maniera vergognosa qualcuno cerca di ignorare, minimizzare, di non riconoscere. Ciascuna donna ha la libertà di decidere per sé». Il Roma Pride «si batte per l'autodeterminazione delle donne e perché la società acquisisca, a partire dalla cultura di un linguaggio pienamente consapevole, gli strumenti necessari per liberarsi dai confini imposti dalle prigioni fisiche o culturali del patriarcato e dei suoi inaspettati alleati. L'autodeterminazione delle donne, così come di tutti gli individui, conosce un solo limite: la libera scelta del soggetto coinvolto. Il Roma Pride - ribadisce il documento - afferma la necessità di rimuovere ogni confine e ostacolo che impedisca la piena autodeterminazione di ogni persona in armonia con la propria identità».
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Il Messaggero