Aggredisce un brasiliano in nome dell'Islam a colpi di bottiglia perché è gay. Ma si ferisce e corre al pronto soccorso per farsi medicare. La polizia lo scopre...
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LE TELECAMERE
Sull'aggressione indaga la polizia, gli agenti del commissariato Ponte Milvio trovano in un cassonetto poco lontano dal locale la bottiglia insanguinata e riescono a identificare il marocchino grazie alle testimonianze e ai filmati delle telecamere della zona. Ma il marocchino aveva fatto perdere le proprie tracce. La polizia scopre che il fuggiasco ha una compagna e piombano in casa della donna, che rivela di avere visto Mostaphà con un taglio in viso qualche giorno prima e dice anche che aveva gli abiti sporchi di sangue. Ma anche lei, non sa dove è adesso l'uomo. I poliziotti hanno il numero del cellulare del marocchino e l'apparecchio viene messo sotto controllo.
Proprio una telefonata alla donna permette agli investigatori di rintracciare il ricercato. L'uomo la chiama per dirle che è in ospedale a controllare la ferita al volto. La telefonata viene dal San Gallicano, dove i poliziotti si precipitano e arrestano il marocchino. Contro di lui, il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'ipotesi di tentato omicidio con l'aggravante dei motivi abietti.
L'uomo dopo essere stato curato e dimesso con una prognosi di 9 giorni, è stato portato al carcere di Regina Coeli.
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Il Messaggero