Gay picchiato e insultato in strada, il pm chiede tre anni per gli aggressori

Gay picchiato e insultato in strada, il pm chiede tre anni per gli aggressori
Insultato e poi aggredito a calci e pugni al grido «frocio frocio». Per questo tre persone sono finite sotto processo e ora nei loro confronti il pm Paolo Auriemma ha...

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Insultato e poi aggredito a calci e pugni al grido «frocio frocio». Per questo tre persone sono finite sotto processo e ora nei loro confronti il pm Paolo Auriemma ha sollecitato una condanna a tre anni e due mesi di reclusione ciascuno. Sulla richiesta del magistrato si pronunceranno i giudici della II sezione del tribunale penale collegiale il 17 giugno prossimo. Rapina e lesioni gravi sono i reati contestati agli imputati.




I fatti avvennero la notte del 25 maggio 2010. Simone T. aveva trascorso la notte con gli amici nel locale «Coming Out», in via San Giovanni in Laterano. Dopo aver lasciato la Gay Street, non distante dal Colosseo, in via del Fagutale era stato preso di mira dal gruppo di stranieri. Simone era al cellulare, con un amico. «Sei un frocio di merda», gli urlano da lontano i ragazzi.



Neanche il tempo di fuggire o di reagire, che Simone viene circondato a colpito con dei calci in viso. Qualcuno, dal gruppetto, gli strappa di mano il cellulare prima di fuggire via con i complici, lasciandolo sanguinante in terra. Nel frattempo l'amico che era con lui al telefono si precipita sul luogo dell'aggressione e gli presta i primi soccorsi.



A seguito di quel pestaggio Simone ha anche rischiato di perdere un occhio. A processo finirono Adrian Raileanu e i due fratelli Gabriel Florin Dudau e Alin Dudau. I due, pochi giorni dopo l'aggressione, forse spaventati dall'eco della notizia del ferimento di Simone, scappano in Germania. Qui verranno successivamente arrestati per furto d'auto. «Siamo soddisfatti per come la Procura e le forze di polizia hanno gestito la vicenda e per la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Auriemma.



Siamo davanti ad una rapina che, in realtà, celava un'aggressione a chiaro sfondo omofobo - ha commentato l'avvocato di Simone T., l'avvocato Daniele Stoppello - e questi elementi sono stati messi in risalto dalla Procura. È stato fondamentale denunciare subito l'accaduto perché solo così sono potute partire le indagini della polizia che è anche riuscita a rintracciare gli aggressori scappati nel frattempo all'estero. Speriamo che fatti del genere non accadano mai più».
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Il Messaggero