Le dita sul grilletto del fucile ad acqua per gigioneggiare con gli amici, un clic e un altro ancora, gli spruzzi che si stampano sul volto di un ragazzo che chiacchiera al tavolo...
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FUCILE AD ACQUA
La nottata ha preso una brutta piega verso le tre. Quando hanno visto l'amico deriso, centrato da un fucile ad acqua, gli altri della comitiva sono scattati in piedi come molle. Tre ragazzi di Roma hanno guardato in cagnesco altri quattro giovanissimi del posto. Sono volati insulti, spintoni, schiaffi. Gli animi non si sono placati neppure fuori dal pub. Anzi, è spuntato un coltello. Un ventenne ha colpito due coetanei, ferendoli alle spalle. I due sono stati subito portati all'ospedale più vicino. Una volta giunti al Pronto soccorso, sono stati medicati e dimessi. Dai racconti dei ragazzi, sentiti tutti come testimoni utili per l'individuazione dell'aggressore, è emerso solo che le comitive si conoscevano appena. Nel corso della scazzottata, uno aveva un coltello e lo ha usato. «Forse – afferma un investigatore – avevano bevuto un po', molte volte le risse sono figlie dell'alcol che scorre a fiumi. Grazie al cielo, non siamo qui per commentare l'ennesima tragedia. Ci sono stati due feriti, questo sì, ma sono stati già dimessi». Il proprietario del Music bar Reverie si dice incredulo. Il suo locale, sostiene, non può contare sull'intervento dei buttafuori: «Non è una discoteca. Ma come fa un ventenne – si chiede - a girare con un coltello nascosto? E'assurdo, ha infilzato due coetanei per uno schizzo d'acqua. E' stato un signore del palazzo a chiamare la polizia. Purtroppo, la lama non è stata rinvenuta dagli agenti, ecco perché non è finito in prigione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero