Se non era la scusa delle "chiavi cadute in terra", erano le...
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IL METODO
Ben 36 i furti e gli utilizzi indebiti avvenuti fra il 2022 e il 2023 nelle zone limitrofe al tribunale ma anche in molti altri quartieri della Capitale da una doppia consorteria che si era suddivisa in maniera gerarchica mansioni e obiettivi. «I due gruppi criminali - si legge nelle carte dell'operazione - sono specializzati nel furto di borse e portafogli con la tecnica fraudolenta del raggiro delle chiavi e nel successivo utilizzo indebito delle carte di credito sottratte». Gli stessi costituiscono secondo il giudice «Un'associazione per delinquere poiché le conversazioni captate hanno rivelato l'esistenza di stabili legami organizzativi, compiti prestabiliti e mezzi occorrenti per la realizzazione dei delitti». Che in un anno hanno fruttato decine e decine di migliaia di euro. I proventi venivano subito "reinvestiti" in acquisti di merce lussuosa da rivendere sotto banco o da indossare. A seguito di uno dei tanti furti, uno dei componenti entrò in un negozio di ottica in zona Tor De Schiavi acquistando tre paia di occhiali marca Bulgari e Dior e spendendo più di mille euro. I due gruppi suddividevano le vittime: ad essere presi di mira da una parte i turisti, dall'altra gli anziani soli. I primi venivano intercettati negli hotel delle grandi catene perché in questo caso i colpi venivano messi a segno nelle comitive.LE "PREDE"
I malviventi, individuato il gruppo, entravano in azione nelle fasi di salita o discesa di pullman ad esempio o nelle hall degli hotel. «Quelli sono soltanto degli indiani amico, però dobbiamo agire, sta aprendo il portabagagli per caricare delle valigie». In un caso la vittima è stata la compagna di un direttore di una struttura alberghiera a cui fu riservata la tecnica dello "strappo" o «strappone veloce» come lo chiamavano ovvero lo scippo repentino della borsa. Per gli anziani, invece, si prediligevano persone sole magari all'uscita dei supermercati o nelle zone parcheggio delle stesse. Durante le "operazioni" o il "lavoro di giornata" come veniva chiamato, i gruppi usavano in tutte le fasi dei cellulari "citofono" per comunicare la vittima prescelta, dove si trovava, dove teneva la borsa, come colpirla. Puntavano a borse e zaini e naturalmente ai cellulari. Proprio grazie a questi riuscivano a risalire ai codici di carte di credito e bancomat che venivano poi svuotati negli sportelli o usati nei più disparati negozi. Gli arrestati, compreso l'ottavo uomo che è riuscito a scappare, hanno fra i 28 e i 50 anni, agivano con nomi in codice "Pepe", "Sami", "El Gordo", "El Gato" e sono tutti originari di Cuba o del Perù. Nei furti usavano auto prese a noleggio o intestate a persone fittizie.Il Messaggero