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Non potevano immaginare che la donna scelta come “preda” da derubare fosse un pubblico ministero, abituata quindi a perseguire i criminali che commettono anche questo tipo di reati. Nonostante ciò, usando una tecnica collaudata (che consiste nel distrarre le vittime con una scusa), i tre componenti della banda sono riusciti a mettere a segno il colpo, sottraendole la borsa che aveva appoggiato sul sedile passeggeri della sua macchina, mentre usciva dal garage di casa, in zona Balduina. All’interno del portafoglio il sostituto procuratore aveva solo 5 euro, ma il danno principale consiste nel fatto che le hanno rubato anche i documenti, compreso il tesserino da magistrato. La vittima è rimasta profondamente turbata da quanto accaduto. Sul caso indaga la Squadra mobile della questura, coordinata dalla Procura di Perugia, competente per i reati commessi ai danni delle toghe di Roma.
LA DINAMICA
Il fatto si è verificato intorno alle 8,30 del mattino.
Grazie però alle immagini delle telecamere di sorveglianza, gli investigatori sono ora sulle tracce dei ladri che rischiano l’accusa di furto aggravato dalla destrezza, se non addirittura l’associazione a delinquere (essendo più di due). Nel frattempo, gli agenti del commissariato di Monte Mario hanno fermato un’auto a bordo della quale c’erano tre cubani che avevano una ingente refurtiva costituita da oggetti di valore: tra questi ce n’erano anche alcuni del magistrato. Perciò sono stati denunciati per ricettazione. Si trattava soprattutto di effetti personali di donne, a conferma del fatto che - quando si trovano sole alla guida - entrano nel mirino di queste bande: vengono individuate, pedinate e poi derubate.
I PRECEDENTI
Ovviamente i ladri si aggirano alla ricerca di una “preda” specie nei quartieri “in”, come la Balduina appunto. Tra i luoghi scelti come teatro per i furti ci sono anche i parcheggi dei supermercati - dove le persone sono di solito indaffarate con le buste della spesa - e gli hotel frequentati dai turisti, alle prese con i bagagli. La tecnica è sempre la stessa: approfittare della distrazione della vittima, oppure creare un diversivo che la distragga. Tra le scuse più usate c’è quella di chiedere informazioni stradali oppure fingere di far cadere per terra un paio di occhiali, chiavi o monete, inducendo il malcapitato a raccoglierle. In quel momento il complice entra in azione.
Esattamente quanto accaduto nei pressi di un bar in via Principe Amedeo, all’Esquilino, a un ragazzo venuto a Roma per assistere al concerto dei Måneskin. Ha visto cadere a terra gli occhiali da sole di uno straniero, che passava di lì. Siccome ha continuato a camminare, come se non se ne fosse accorto, il giovane li ha raccolti e lo ha rincorso per restituirglieli. Tornando indietro ha notato un uomo - probabilmente suo complice - allontanarsi con il suo zaino.
Il Messaggero