Presi. I due albanesi fermati e arrestati dagli agenti del commissariato San Giovanni nella notte tra mercoledì e giovedì in via Albenga, mentre rubavano in un...
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Roma, Centocelle senza pace, negozi sotto attacco: torna l'ipotesi racket
Perché i due potrebbero, dunque, essere gli autori anche della sfilza di colpi messi a segno tra via delle Palme, via dei Castani e via Delpino, raid che stanno terrorizzando Centocelle. E che si sospetta possano essere stati effettuati su commissione, per spaventare e tenere nella morsa della paura i commercianti. Una sorta di terreno da preparare alla malavita poi pronta ad offrire protezione o intenzionata a spingere i negozianti a lasciare o a svendere le proprie attività per fare posto ad altri. Ogni volta, a San Giovanni come a Centocelle, infatti, il bottino delle incursioni è stato misero o pari allo zero. Solo tanti danni, disordine e senso di insicurezza.
I due stranieri arrestati, sempre nella stessa notte, tra via Albenga, piazza di Ponte Lungo e via Appia Nuova, in un raggio d'azione di nemmeno cento metri, hanno tagliato e forzato le saracinesche di altre tre attività commerciali oltre all'erboristeria: un casalinghi cinese, un parrucchiere e un'agenzia di viaggi. Intorno a piazza Re di Roma, una delle venti aree di spaccio individuate e messe nel mirino dei controlli straordinari voluti da Viminale e prefettura, era già successo in via Terni, via Taranto e via Vercelli. Ma questa volta i poliziotti non si sono lasciati trovare impreparati. Anzi tutta la squadra giudiziaria, con il supporto dei colleghi delle volanti, da una decina di giorni era mobilitata per stanare i ladri notturni.
Quando intorno alle 4 sono passati in via Albenga, sono stati attirati dalla saracinesca leggermente alzata dell'erboristeria. Gli agenti non ci hanno pensato due volte: hanno circondato l'area e hanno sorpreso i malviventi all'interno. Poi hanno passato in rassegna i negozi vicino, trovando le altre saracinesche danneggiate. I due albanesi avevano in tasca svariato contante ed erano attrezzati con due grossi cacciaviti, delle cesoie e un pappagallo; gli investigatori, fuori dal negozio, nascosti tra le auto in sosta, hanno trovato un borsone e un cassetto porta-soldi.
I due erano rientrati in Italia dall'Albania dopo l'estate. Non è escluso che altri complici, i pali, siano riusciti a dileguarsi. Le indagini sono solo all'inizio e non si fermano alla sola ipotesi che la gang commettesse tanti furti puntando alla quantità piuttosto che alla qualità. Correndo rischi altissimi.
Sono stati sequestrati i loro telefoni e il loro abbigliamento sarebbe compatibile (in particolare un felpa con cappuccio) con quello indossato dai soliti ignoti ripresi dalle telecamere di alcuni negozi depredati. La scientifica sta anche repertando le impronte e le tracce biologiche. Tutti gli elementi saranno confrontati anche con quelli raccolti a Centocelle e verrà verificato che i loro cellulari abbiano o meno agganciato i ripetitori di Centocelle nelle notti degli altri raid. Gli investigatori sollecitano tutti quei commercianti che sospettano di essere stati vittime della stessa banda di segnalare gli episodi. Al momento, poiché sprovvisti di domicilio, il pm ha deciso che Arian e Arber siano assegnati a Regina Coeli.
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Il Messaggero