I mercati rionali sono la sola cosa che mi lega a una Roma che man mano sta scomparendo. @Rick_Dodo Altro Ogni sabato...
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I mercati rionali sono la sola cosa che mi lega
a una Roma che man mano sta scomparendo.
@Rick_Dodo
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Ogni sabato verso l’una e mezza, nel mercato di piazza San Giovanni di Dio, una folla si raggruppa intorno a un banco di frutta, uno solo, disinteressandosi di tutti gli altri. Si piazzano lì senza acquistare nulla, sebbene i prezzi siano molto convenienti, praticamente 1 euro al chilo per qualunque prodotto: kiwi, uva, mele, ananas, banane, arance, tutto a 1 euro eppure nessuno si muove. C’è un’aria sospesa, carica di un’indefinibile tensione, si capisce che sta per accadere qualcosa.
All’una e tre quarti finalmente arriva l’annuncio che la moltitudine aspettava: «Tutto a cinquantaaaaaaa!». È il segnale convenzionale: il prezzo scende a 50 centesimi e parte l’assalto alla frutta inerme. Sono cinesi, bengalesi, africani, ma anche anziane signore romane ben vestite e ben pettinate, e poi tante mamme arabe con il hijab in testa, mentre in un angolo le attendono i figli e i passeggini accatastati. Un commesso ripete a squarciagola «Tutto a cinquantaaaa!», poi scambia qualche parola in bengalese con due ragazze connazionali, poi scherza con una signora del quartiere, cliente affezionata, che si sta facendo largo tra gli spintoni: «Maria, attenta a non cascà».
Intanto i fruttivendoli degli altri banchi cominciano a sbaraccare. Uno ci spiega: «Loro fanno così, all’ora di chiusura svendono tutto, del resto la roba l’hanno pagata poco, la prendono a stock. Noi invece siamo agricoltori, vendiamo i prodotti dei nostri campi, i broccoletti, le zucchine, il topinambur... Sì il topinambur, che c’è di strano? Nella terra nostra viene benissimo». Nei mercati rionali c’è la Roma di una volta, ma anche quella del futuro.
pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero