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Non è l’“Antonia Graza” per dimensione e contesto. Si chiama “Carpe Diem”: documenti francesi ma non batte alcuna bandiera. Chi ieri si è trovato a passeggiare sulla riva dello stabilimento Controvento, a Fregene, imbattendosi in quello yatch abbandonato, per un attimo ha tirato fuori dalla memoria il ricordo di un vecchio film. Del resto, elementi comuni ci sono. A partire dal fatto che tanto la prima imbarcazione quanto quella reale, finita sulla riva del litorale romano, erano prive di passeggeri. E come può accadere, se non in un film, che una barca arrivi a toccare “terra” con il quadro del motore acceso senza nessuno che sia a bordo? Un mistero nelle acque del litorale laziale.
Il mistero dello yacht “fantasma”
Intorno alle 16 di ieri pomeriggio, tra lo stupore dei presenti, è arrivato a riva uno yatch di 15 metri. A bordo non c’era nessuno, se non tanto disordine. Vestiti da uomo, scontrini, addirittura cibo non scaduto, uno scooter e diversi attrezzi, ma dei proprietari neanche l’ombra. Ad avvistare la barca verso le 15.30 alcuni passanti, che in poco tempo hanno visto l’imbarcazione avvicinarsi a riva, spinta dalle onde, fino ad approdare sulla spiaggia tra il rimessaggio Mantovanelli e lo stabilimento Controvento.
Sul posto è intervenuta la Capitaneria di porto e il personale dell’ufficio marittimo di Fregene. Il personale è salito a bordo, trovando appunto gli abiti, l’attrezzatura, cibo ancora fresco e degli scontrini emessi a Lecce e a Marina di Camerota da cui in breve tempo si ricostruirà la vicenda. Si cercava anche del sangue o della droga: nell’ipotesi che a bordo si fosse consumato un omicidio-suicidio o che l’imbarcazione fosse stata usata per un traffico illecito di stupefacenti.
La ricostruzione
Dalle verifiche a bordo ci sarebbero stati tre cittadini francesi anche se la barca è risultata poi appartenere a un cittadino croato. I tre avrebbero iniziato la navigazione verso Genova ma all’altezza di Anzio il motore sarebbe andato in avaria: c’è mare grosso. I tre non sarebbero riusciti a gestire l’emergenza perché il motore sarebbe andato fuori gioco: si accendeva il quadro ma niente più. Allora, sempre in base a quanto ricostruito dalla Capitaneria, lanciano l’allarme e una nave da crociera in transito li intercetta. Ma come da protocollo nei salvataggi in mare, vengono fatti salire a bordo i tre uomini mentre l’imbarcazione resta in acqua. In balia delle onde e del mare grosso. Quando la nave da crociera arriva a Genova, parte la denuncia su quanto accaduto e la segnalazione di una barca alla deriva nelle acque del Mar Tirreno. Nonostante le ricerche siano partite già sabato, ha fatto prima il “Carpe Diem” a palesarsi, arrivando ieri a riva.
Le verifiche
Sono in corso, ora, le verifiche sull’imbarcazione: il proprietario risulta essere un croato, ma a bordo c’erano dei francesi, forse amici dell’uomo che ha prestato loro lo yatch. Tra i documenti rinvenuti dalla Capitaneria a bordo, una carta d’iscrizione francese del gennaio 2022 con un numero di serie però diverso da quello riportato sulla fiancata della barca (G806093). Nessuna bandiera è stata trovata e questo è senz’altro un’anomalia giacché ogni imbarcazione “batte” sempre una bandiera che ne spiega la provenienza. Intanto oggi lo yatch verrà recuperato e rimorchiato fino al porto di Fiumicino.
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Il Messaggero