Un’altra giornata drammatica per la spiaggia di Fregene sud. Ormai la linea di costa è talmente avanzata che non serve nemmeno più una forte mareggiata per...
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Davanti al muro della piscina della Perla che finora si è salvata solo per i massi in calcestruzzo messi a protezione. Il cemento ha ceduto sotto il ristorante del Point Break: domenica mattina tanti i colleghi della spiaggia nord di Fregene al lavoro per tentare di evitare che la struttura crolli mettendo decine di sacchetti di sabbia. Niente da fare invece per rimessaggio crollato o per la cucina devastata. La terrazza della Nave sembra quella di un panfilo in navigazione in mare aperto, completamente circondata dalle onde che sferzando sulle vetrate del ristorante ne hanno incrinata più di una. La Rivetta pare essere stata bombardata nella notte, così come il Tirreno dove le cabine e le tettoie sono in parte crollate e inclinate vero il mare.
E mentre gli stabilimenti crollano, l’iter del geotubo che dovrebbe proteggere almeno in parte quel tratto di costa, è ancora un’incognita. Il 26 marzo si attende la seconda conferenza dei servizi in Regione che dovrebbe stabilire se il progetto andrà avanti oppure salta tutto. Anche perché nel frattempo è stato chiesto preventivamente ai balneari di farsi carico "della manutenzione e dell’eventuale rimozione delle opere provvisorie", ovvero lo stesso geotubo ed è stato sottolineato come "l’assenza di riscontro sarà assunta come comunicazione di cessato interesse alla realizzazione dell’opera proposta".
Una nota che ha provocato l’ira della categoria che si sente doppiamente ferita visto che nel frattempo è arrivato anche il diniego all’abbattimento parziale dei canoni demaniali nonostante la sabbia non ci sia più. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero