I “gioielli” dei boss della malavita romana diventano risorse per i servizi sociali nel territorio dei Castelli Romani. Diventerà un centro diurno per...
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L'edificio venne sottratto a Giuliano Rocchetti, esponente della malavita romana considerato all’epoca il capo di una grande organizzazione internazionale di narcotrafficanti legata alla banda della Magliana e al quale negli anni ’90 furono sequestrati beni per 10 miliardi di lire a Roma e nell’hinterland.
La nuova destinazione che arriva dopo 20 anni è stata deliberata dal commissario straordinario Bruno Strati. L’immobile di una superficie catastale di 236 metri quadri oltre al parco è stato ritenuto idoneo ad ospitare servizi riabilitativi che necessitano di spazi esterni ed interni adatti ad attività sanitario-riabilitative, di assistenza e di animazione per persone con gravi disabilità. Tra l’altro Frascati è sprovvista di centri del genere, come risulta dall’Ufficio Servizi Sociali del Comune.
Ai Castelli Romani i beni confiscati dalla criminalità organizzata allo stato sono una trentina e in gran parte riconducibili a Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana e al boss del gioco d’azzardo Aldo De Benedittis nonché a un esponente di spicco dei clan casertani. Si tratta spesso di splendide ville o addirittura di gioielli principeschi come il “Castelletto” di Castel Gandolfo che si affaccia sullo splendido lago Albano. Anche lì, di recente l’amministrazione gandolfina di Milvia Monachesi ha espresso l’intenzione di destinare l’immobile sequestrato alla criminalità, ora di proprietà del Comune, a una associazione che si occupa assistere le donne vittime di violenza.
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Il Messaggero