Roma, delitto in via del Babuino, insegnante massacrata dal compagno: l'assassino soffre di disturbi bipolari

Roma, delitto in via del Babuino, insegnante massacrata dal compagno: l'assassino soffre di disturbi bipolari
Gli è stata riconosciuta una forma di disturbo bipolare grave, in atto anche al momento dell'omicidio della compagna. Francesco Carrieri, il bancario di 55 anni che ha...

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Gli è stata riconosciuta una forma di disturbo bipolare grave, in atto anche al momento dell'omicidio della compagna. Francesco Carrieri, il bancario di 55 anni che ha prima strangolato e poi sfigurato con un manubrio da palestra la convivente, Michela Di Pompeo, 47 anni, per lo psichiatra forense Stefano Ferracuti non era completamente lucido la notte del primo maggio. La consulenza della Procura ha stabilito un grado di seminfermità mentale, quando Carrieri ha scatenato l'orrore nell'di via del Babuino dove la coppia abitava da qualche anno. L'uomo avrebbe sofferto di gravi alterazioni dell'umore, che già in passato lo avrebbero portato da una estrema euforia a momenti di profonda depressione, come nel 2014, quando venne sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio.

Carrieri, accusato di omicidio volontario, è stato giudicato comunque capace di affrontare il processo e a breve il pm, Pantaleo Polifemo, potrebbe chiedere il giudizio immediato. Il magistrato ha acquisito anche i risultati dell'autopsia della vittima. Per il medico legale del Gemelli Massimo Senati, la morte di Michela di Pompeo, professoressa di tedesco alla Deutsche Schule Rom, sarebbe avvenuta in tempi rapidi e con una doppia azione: l'asfissia al collo e al torace combinata alla frattura multipla del capo. Otto colpi al viso e alla testa con un manubrio da body building pesante cinque chili. Carrieri avrebbe avuto solo in carcere la piena consapevolezza dell'omicidio. Ma anche la notte del primo ha mostrato barlumi di lucidità: come quando ha bussato nella prima caserma vicino casa e ha confessato.

IL DELITTO
Michela Di Pompeo sarebbe stata immobilizzata sul letto in piena notte, probabilmente con l'avambraccio o il ginocchio premuto sul collo. «È possibile ipotizzare - ha concluso il medico legale - che a quel punto si sia verificata una rapida stasi circolatoria con perdita di coscienza». Nessuna possibilità di reazione quindi per la vittima. Nemmeno di proteggersi, quando il compagno poi si è accanito con l'attrezzo da palestra. Il tutto nel cuore della notte. L'uomo si era costituito alle 5.35 alla caserma dei carabinieri: «Ho ucciso la mia compagna. Il corpo sta a casa». Gli investigatori hanno trovata la vittima supina sul letto, con un piede poggiato a terra. Indosso solo una canottiera nera. Francesco Carrieri sembrava assente. «Non volevo farlo. Non so perché l'ho fatto», si era giustificato pure durante l'interrogatorio di garanzia. Il dirigente bancario, due matrimoni falliti alle spalle e amante delle serate coi vip, ha sempre negato di aver ucciso la compagna perché covava rancore, perché lei era decisa a lasciarlo. «Parlavamo di matrimonio», ha detto.

Adelaide Pierucci
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Il Messaggero