Castel Gandolfo, cadono massi dal costone. I residenti: colpa dei cinghiali

Il masso precipitato in via dei Pescatori
I costoni che sovrastano il lago di Castel Gandolfo continuano a franare, mettendo a serio rischio l’incolumità dei residenti e degli automobilisti. Sabato scorso due...

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I costoni che sovrastano il lago di Castel Gandolfo continuano a franare, mettendo a serio rischio l’incolumità dei residenti e degli automobilisti. Sabato scorso due grossi massi sono franati sul lungo lago, nella zona Acqua Acetosa, dove insistono alcune abitazioni. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia Locale, la protezione civile e i vigili del fuoco di Marino, che hanno spostato i massi al margine della carreggiata, percorribile adesso solo a senso unico alternato.


Tre giorni fa, sempre sul lungo lago, a via Dei Pescatori, si è addirittura sfiorata la tragedia. Dei massi pesantissimi si sono staccati dal costone sovrastante e sono franati sulla via di accesso a quattro abitazioni, in cui risiedono una decina di persone. Un concorso fortunato di coincidenze, ha evitato guai peggiori, infatti i massi sono franati verso le tre di notte, quando per strada non c’era nessuno. Inoltre un masso dal peso di diversi quintali si è fermato sul muro di cinta che delimita l’ingresso delle abitazioni e quindi non è rotolato sulla carreggiata che circonda un campo di gara del Coni. I residenti hanno paura per la fragilità dei costoni e hanno chiesto al comune di Castel Gandolfo di intervenire. Milvia Monachesi, sindaco della città è ben conscia del pericolo. «Da quando si è abbassato il livello delle acque del lago - dice - i costoni sono diventati molto più friabili. Inoltre c’è da considerare che il pericolo crolli è aumentato a causa della maggior intensità delle perturbazioni che rendono il problema ancora più difficile». Molti residenti, però, sostengono che vi sono altre cause che concorrono all’emergenza frane. Gli abitanti di via Dei Pescatori riferiscono che nei boschi delle coste sovrastanti il lago abbondano i cinghiali che con la loro forza e con un’azione costante di pascolo minano la stabilità del terreno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero