Roma, troppe foto del figlio sui social: stop del tribunale ai genitori, rischiano 10mila euro di multa

Roma, troppe foto del figlio sui social: stop del tribunale ai genitori, rischiano 10mila euro di multa
Foto e aneddoti sui figli minorenni, pubblicati sui social senza il loro consenso e che producano «turbamento» nei giovani, devono essere rimossi dal web. In caso...

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Foto e aneddoti sui figli minorenni, pubblicati sui social senza il loro consenso e che producano «turbamento» nei giovani, devono essere rimossi dal web. In caso di mancata cancellazione, il padre e la madre rischiano una sanzione pecuniaria che può arrivare fino a 10mila euro. L'ha stabilito la I sezione del Tribunale civile di Roma, che ha accolto la richiesta avanzata dal tutore di un sedicenne, che aveva fatto ricorso contro la pubblicazione in serie sul web di «notizie, dati, immagini e video» da parte della madre. I giudici hanno imposto alla donna il divieto di diffondere su internet i dati relativi al minore.


La sentenza, depositata il 23 dicembre scorso, rientra nella causa di divorzio tra la madre e il padre del govane. Il giudice spiega che il minore ha deciso di proseguire gli studi all'estero, in un college negli Stati Uniti, per «stare lontano dall'attuale contesto sociale, nel quale tutti i compagni sarebbero a conoscenza delle sue vicende personali, rese note dalla madre con uso costante e sistematico dei social network». Nella sentenza si legge che «la massiccia presenza mediatica (sui social network ndr) della vicenda del minore giustifica il turbamento dello stesso e la resistenza a proseguire gli studi in un contesto nel quale particolari della propria vita personale, sono ampiamente noti».

Nel provvedimento viene anche citata una relazione del 9 novembre del 2017, redatta dallo psicoterapeuta che sta seguendo il sedicenne, secondo cui la «posizione del giovane non è mutata rispetto alla madre, che continuerebbe a riportare i particolari della storia familiare su social network
», paragonando il figlio, secondo quanto dallo stesso riferito, «al ragazzo che ha ucciso la fidanzata e riferendosi allo stesso come ad un malato mentale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero