«Il percorso della memoria», studenti e associazioni in corteo a 71 anni dalle Fosse Ardeatine

«Il percorso della memoria», studenti e associazioni in corteo a 71 anni dalle Fosse Ardeatine
Alla vigilia del 71 anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine centinaia di studenti delle scuole medie e superiori, insieme a familiari delle vittime, insegnanti,...

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Alla vigilia del 71 anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine centinaia di studenti delle scuole medie e superiori, insieme a familiari delle vittime, insegnanti, Associazioni partigiane, realtà locali e semplici cittadini hanno animato il Percorso della Memoria. Attraverso le vie di Garbatella e Tormarancia, toccando luoghi significativi, tra una lettura, una recitazione ed un canto a tema, dalla targa nel lotto in cui viveva Enrico Mancini si è arrivati al Mausoleo di Via Ardeatina, dove lanciando simbolicamente in aria i palloncini colorati si è restituita un'identità alle 335 persone a cui essa fu negata, insieme alla vita, dalla barbarie nazifascista.




“Ci hanno sotterrato ma eravamo semi”, recitava lo striscione dei Licei Socrate e Peano, a sottolineare come, oltre ad essere il luogo dove tante vicende personali e politiche finiscono, le Fosse Ardeatine sono anche quello in cui tutte le storie democratiche ed antifasciste della città ripartono e riprendono a vivere, proprio nel legame inestricabile con quel sangue.



«Era il 2007 quando il Municipio decise di promuovere un corteo in affiancamento alle celebrazioni ufficiali, per ricordare la più efferata strage nazifascista avvenuta a Roma, riprendendo una tradizione talmente dolorosa da essersi interrotta nel lontano 1947 – spiega Andrea Catarci, presidente dell'VIII Municipio - Tra timori e titubanze, quello fu un Percorso silenzioso e suggestivo, che aveva già alla base l’idea guida che fossero le nuove generazioni a dover scandire i tempi del dialogo, dell’approfondimento, della ricerca e del ricordo. Da allora, per nove edizioni, ogni anno è cambiato qualcosa. Il silenzio non è più il protagonista assoluto ed è intervallato, oltre che da letture, testimonianze e ricordi, da musica e altre forme comunicative scelte dalle scuole presenti. Da allora, ogni anno, la ferita amara ed indelebile che si porta nel cuore si è mescolata contraddittoriamente con i volti vivaci e curiosi dei giovani, nello sforzo collettivo di dar vita ad anticorpi civili e democratici più forti di tutte le barbarie». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero