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I Peter Pan degli anni ‘80, i nuovi 50enni o giù di lì alle prese con l’eterna percezione di essere giovani, demolita dallo sguardo impietoso e serio dei figli. «Ma mi vedi dimagrita? Sto a stecchetto da due mesi...». Silenzio, indifferenza, riflessione: «A ma’ che devi fa’, miss Italia?». Ecco. Al padre nemmeno, vengono risparmiate critiche e ironia: «C’hai 50 anni chi devi esse? Che devi fa?», accompagnato da un tamburellare sulla pancia altrui con scherno, simpatia per chi vuol capirla: «A che mese sta?». E ancora: «Ma io, così bello da chi ho preso?», per poi guardarsi intorno scettico... Gli affondi si sprecano, la presa in giro parte ogni volta che si prova a uscire dalla righe che sia una gonna, un tacco, un balletto di troppo, un capello troppo blond. Lo stereotipo del genitore è legato all’età, per quanto noi si faccia di tutto per tenersi in forma, uscire dal seminato, del resto l’abbigliamento e il piglio serioso dei genitori è cambiato, le mamme e i papà di 50 anni fa erano più facilmente riconoscibili, compresi nei loro ruoli, apparentemente sicuri forse meno attenti alla linea. Ora le uniformi non ci sono, i jeans strappati o i giubbotti di pelle non rappresentano l’eccentrico, anzi il contrario. Ma al primo accenno di dieta, il commento che riporta con i piedi per terra: «Ma che devi fa la velina? A ma’, ma io ti vedo sempre uguale...». Tra le righe, un complimentone.
Il Messaggero