Rieccolo, Graziano Cecchini. Dieci anni dopo. L'artista futurista colpisce ancora la Fontana di Trevi. Sono le 16.55 quando l'acqua diventa rossa. A differenza della prima...
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Che nel curriculum ha anche un'altra perfomance. Era il 16 gennaio 2008: fece rotolare cinquecentomila palline colorate giù dalla scalinata di Trinità dei Monti. Adesso il cercato «Rosso Trevi», come lo chiama, inizia a prendere forma. I vigili lo portano in caserma: 500 euro di multa per aver violato l'ordinanza della sindaca Raggi sulle fontane. Più due denunce: procurato allarme e danneggiamento del patrimonio. I turisti guardano la scena. Foto e selfie. Ma non ci sono applausi: scattano gli insulti. Artista non compreso? Di sicuro. Un ragazzo di Firenze lo insegue: «Cretino, è anche nostra la fontana». Lui risponde: «Lo faccio per la città, ormai fa schifo». Su Facebook, raccogliendo anche pochi like, rivendica il gesto. Così: «Roma è sempre stata lo specchio del Paese e oggi Roma è spenta, addormentata in mezzo alla sua sporcizia e alla sua corruzione. Oggi Roma ha bisogno di reagire, di svegliarsi da questo torpore e gridare non ci sto più».
IL BUCO NEI CONTROLLI
La storia si ripete. Come 10 anni fa il giorno non è casuale. È una risposta al red carpet che sta aprendo la Festa del cinema. L'artista - ex di Forza Nuova, negli anni Settanta nel servizio d'ordine del Msi di Almirante - ha approfittato anche di un altro fatto. La convenzione con i volontari che dovevano aiutare i vigili a sorvegliare la fontana è scaduta da una settimana. Soldi finiti, meno controlli. Sicché ieri c'erano 6 agenti per 400 persone. Il gesto è stato condannato dal vicesindaco Luca Bergamo: «Ignoranza e totale assenza di senso civico». Il getto della fontana è stato sospeso, la vasca svuotata per capire i danni. Il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce: «Faremo l'analisi del pigmento, al momento c'è un danno per la città». Rimane lo sguardo di Oceano, Dio del Mare. Sconsolato. Sembra dire: «Ancora tu? Che noia».
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Il Messaggero