Roma, dopo le aggressioni omofobe la comunità gay in piazza: «Vogliamo una legge»

Due aggressioni in pochi giorni. La prima, venerdì scorso, nella Gay Street, ai danni di una ragazza lesbica, picchiata dai genitori della compagna. La seconda,...

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Due aggressioni in pochi giorni. La prima, venerdì scorso, nella Gay Street, ai danni di una ragazza lesbica, picchiata dai genitori della compagna. La seconda, lunedì, a piazzale Flaminio, dove un 20enne, Lerry, è stato insultato e preso a calci da tre coetanei. Per questo motivo, oggi, la comunità gay ha indetto, sfruttando soprattutto il passaparola sui social network, un flashmob a piazzale Flaminio. Per chiedere al governo l'approvazione di una legge contro l'omofobia.

Un centinaio le persone che hanno partecipato - sotto alla pioggia - alla manifestazione, che ha visto la presenza dei rappresentati di molte associazioni Glbt (come, ad esempio, il Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, DìGayProject, Agedo Roma, Equality Italia).  «Siamo stanchi di non avere più tutele - hanno spiegato i manifestanti - E' assurdo che in una città come Roma i giovani rischino di essere insultati e picchiati solo per via del loro orientamento sessuale. Vogliamo che lo Stato ci tuteli e ci consenta di essere noi stessi, senza avere paura di uscire di casa». "Il sindaco non incontra neanche le associazioni gay - ha detto Imma Battaglia - per raccogliere anche le nostre preoccupazioni su questo clima. Raggi, dove sei?». Al presidio ha preso parte anche Lerry, che, nei giorni scorsi, ha presentato alla polizia la denuncia contro i suoi aggressori: «E' emozionante vedere che queste persone si sono mobilitate per me - ha detto - perché significa che, in fondo, anche questa è una famiglia, in cui ci prendiamo cura gli uni degli altri». I manifestanti hanno esposto dei cartelli con la scritta "Io sono Lerry" e, ancora, "Stop omofobia". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero