Crollo al Flaminio, nel 2013 i pompieri avvertirono: «Quel terrazzo è da svuotare»

Forse il crollo del palazzo al Flaminio si poteva evitare. È del 31 maggio 2013 il fonogramma dei Vigili del fuoco inviato al II Municipio, alla Polizia locale, al...

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Forse il crollo del palazzo al Flaminio si poteva evitare. È del 31 maggio 2013 il fonogramma dei Vigili del fuoco inviato al II Municipio, alla Polizia locale, al commissariato di polizia Porta del Popolo e alla Asl Rm A con cui il funzionario del 115, Ivano Santinelli, avvisava dell'insolita presenza di vasi e materiale nel terrazzo al sesto piano, raccomandando «un'accurata verifica statica dell'appartamento nonché tutte le opere di assicurazione che il caso richiedesse».

 


Quel giorno i Vigili del fuoco di Prati erano intervenuti con l'autoscala al 70 del lungotevere Flaminio «per la rimozione di un graticcio in legno» pericolante ubicato sul parapetto del terrazzo al sesto piano. Scrive il funzionario: «Nell'intervento, da un esame a vista esterno, si è rilevato che sul terrazzo e nell'appartamento annesso, risulta depositata una notevole quantità di materiale vario». Santinelli, «poiché non è stato possibile visionare gli appartamenti sottostanti per l'assenza degli occupanti» sottolinea che «da parte di chi di dovere, a scopo cautelativo, dovrà essere eseguita un'accurata verifica statica nonché tutte le opere di assicurazione a salvaguardia della incolumità delle persone e per la preservazione dei beni». Il fonogramma verrà girato dai vigili urbani all'amministratore del condominio, Vincenzo Marcialis, a cui non resta che inviarlo per raccomandata alla proprietaria dell'appartamento, l'architetto Lidia Soprani, diffidandola. Marcialis, però, non ha potere di entrare e verificare.
 
LE REPLICHE
Soprani si autoassolve il 10 settembre. «Comunico che il materiale è stato da me sollecitamente tolto e eliminato (...) L'accenno a pesi eccessivi è assolutamente infondato. La stessa considerazione vale per le supposte lesioni strutturali (...)». E piccata dice: «Sia la mia formazione e attività presso La Sapienza ritengo siano elementi sufficienti a garantire la mia specifica competenza e veridicità delle mie asserzioni». E siccome l'amministratore evidenzia anche la necessità di una derattizzazione dell'abitazione, lei aggiunge: «Stavo già provvedendo (...) Comunque non trattasi di ratti, bensì» di un «topolino di campagna».


L'allarme più recente è dell'estate scorsa. Il 2 luglio Marco Oddo Casano, direttore dei lavori per l'impresa che sta sistemando i cornicioni dello stabile (preso a verbale in questi giorni dai vigili urbani, titolari delle indagini) denuncia all'amministratore l'impossibilità di procedere al risanamento del parapetto al VII piano perché non può posizionare i ponteggi al sesto, visto che «il terrazzo - scrive - è occupato nella quasi totalità da piante e vasi di grandi dimensioni» e allega le foto. «C'è il rischio evidente - dice - di falle tra nuova e vecchia impermeabilizzazione con conseguenti infiltrazioni». Oggi alle 12,30 il sopralluogo dei consulenti tecnici della Procura al palazzo. Nel mirino, finora, oltre ai pesi nel terrazzo, la ristrutturazione del quinto piano sottostante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero