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Era appena rientrato dopo una nottata di pesca e mentre stava ormeggiando alla banchina di Fiumicino ha iniziato a imbarcare acqua. Nel giro di mezz’ora il peschereccio “Ciclone” di 25 tonnellate, comandato da Andrea Acampora, si è adagiato sul fondale del porto-canale. «Nei giorni di maltempo, a causa dei problemi ai due ponti della Fossa Traianea, non siamo riusciti a attraccare in punto tranquillo e i violenti urti contro la banchina, provocati dalle onde interne al canale, hano certamente indebolito una parte del fascia – sottolinea Raffaele Esposito, armatore del “Ciclone” -. Il motivo dell’affondamento verrà stabilito solo dopo aver sollevato lo scafo».
Sul posto è arrivata l’enorme gru della ditta Carsetti che ora provvederà a sollevare il natante con l’ausilio dei sommozzatori. Intanto, la Capitaneria di porto ha messo in sicurezza l’area e l’Ecoroma steso panne attorno al natante per assorbire gasolio e olio che sta uscendo dal motore. «Questo è l’effetto del mancato sollevamento della passerella – precisa Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca romana -. Quando denunciamo la mancata sicurezza del porto e chiediamo di ormeggiare in tranquillità veniamo ignorati poi accadono questi incidenti che sono riconducibili agli urti degli scafi contro le banchine. Chi pagherà ora i danni e soprattutto il fermo del peschereccio?».
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