Fiumicino: sos banchine del porto-canale pericolose. L'Autorità di sistema portuale garantisce gli interventi di manutenzione

Grossa buca sul ciglio della banchina con angolare in ferro divelto
Sulla pericolosità delle banchine del porto-canale di Fiumicino scende in campo la politica. «Dopo le denunce fatta degli operatori nei giorni scorsi - dichiara Mario...

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Sulla pericolosità delle banchine del porto-canale di Fiumicino scende in campo la politica. «Dopo le denunce fatta degli operatori nei giorni scorsi - dichiara Mario Baccini, leader del centro-destra e delle liste civiche nel consiglio del Comune costiero – è assurdo che l’Autorità di sistema portuale e di chi dovrebbe soprintende al controllo non abbiano ancora predisposto gli intervenuti per mettere in sicurezza alcuni pericolosi tratti di banchina lungo la parte terminale della Fossa Traianea». Dopo aver raccolto il grido di allarme lanciato soprattutto dalla pesca, l’ex ministro della Funzione pubblica ha effettuato un sopralluogo nelle aree portuali puntato poi in dito indice anche su altri disagi che pesano come un macigno sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Fiumicino è nato e si è sviluppato attorno alla “grande e piccola pesca” che è oggi uno dei pilastri dell’economia della cittadina marinara collegata a un fiorente indotto. Per tale motivo l’attività degli operatori va quindi tutelata durante le operazioni di ormeggio lungo moli che spesso avvengono dopo il tramonto.

AREE PORTUALI PRIVE DI MANUTENZIONE

Buche anche vicino alle bitte, angolari sul ciglio divelti, alcune scalette prive di ringhiere e ferri sollevati sulla superficie dei moli confermano la scarsa attenzione nei confronti delle aree portuali prive di manutenzione ordinaria. «Sono circa 25 anni – aggiunge Baccini - che l’Autorità ha la competenza sulla sicurezza portuale. Considerato che introita una media di circa un milione di euro all’anno, da concessioni demaniali e attività delle piattaforme petrolifere, una parte di queste risorse dovrebbero essere ridistribuire a Fiumicino per dare un minimo di decoro delle nostre strutture portuali invece di finire a Civitavecchia». Il riferimento è anche al dragaggio del canale navigabile, più volte richiesto dal presidente della cooperativa “Pesca romana”, che viene sostituito da alcuni anni dalle operazioni di livellamento e bonifica dell’alveo.

DRAGAGGIO DEL FONDALE

«Il livellamento del fondale non incontra però il consenso degli armatori – sottolinea Baccini – i quali subiscono continui danni agli scafi a causa del fondale troppo basso. Disagi vengono denunciati anche dalla piccola pesca che non ha mai avuto a disposizione l’acqua per pulire le reti dopo una giornata in mare. Solo ora è spuntata l’idea di dotare l’ormeggio al ponte “2 giugno” di un punto di erogazione che è chiaramente insufficiente per il numero di imbarcazioni. Per le esigenze ne servirebbero almeno 5 o 6 con cui curare decoro e igiene del tratto banchinato». Baccini si è dunque impegnato a rappresentare in consiglio comunale la vertenza degli operatori portuali. «Tutte queste difficoltà potrebbero essere rimosse con il trasferimento dei natanti nella nuova darsena della pesca la cui costruzione sembra ancora ferma ai box per la conferenza sulla viabilità – conclude -. La continua politica dell’annuncio della posa della prima pietra, fatta dall’Autorità, va però avanti da un anno». Dall’Autorità di sistema portuale fanno sapere che “gli interventi necessari sono già stati puntualmente individuati e è in corso il reperimento delle risorse finanziarie. Nelle more è già stato avviato il procedimento per poter impegnare in bilancio le somme necessarie con cui iniziare le manutenzioni più urgenti”. Intanto, alcuni punti delle banchine alla foce del porto-canale conservano tratti pericolosi che andrebbero almeno transennati.

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Il Messaggero