Festa del Cinema di Roma, sfilata di vip: cena in onore di Turturro per l'anteprima di Jesus

Sono stati Ron Howard ed Edward Norton ad inaugurare, questa mattina, all'aeroporto di Fiumicino, la serie di arrivi delle star più attese alla 14 edizione della Festa...

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Sono stati Ron Howard ed Edward Norton ad inaugurare, questa mattina, all'aeroporto di Fiumicino, la serie di arrivi delle star più attese alla 14 edizione della Festa di Roma, al via oggi all'Auditorium Parco della Musica. Entrambi sono sbarcati poco prima delle 12.30 con un volo di linea Alitalia proveniente da Los Angeles. Il tre volte candidato all'Oscar Edward Norton, cappellino e camicia a scacchi, è il regista e protagonista oggi del film d'apertura, «Motherless Brooklyn - I segreti di una città», il noir interpretato, oltre che dallo stesso Norton, da Bruce Willis, Alec Baldwin e Willem Dafoe. Sarà nelle sale italiane dal 7 novembre.


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È alla sua seconda regia dopo Tentazioni d'amore del 2000. Norton, 50 anni, indimenticabile protagonista di «Fight club» ed altre pellicole di successo, è atteso alla Festa del cinema anche, domani pomeriggio, da un «Incontro ravvicinato» con il pubblico, moderato da Antonio Monda. Per il regista, attore e produttore di fama mondiale, Premio Oscar per «A Beatiful mind» ed autore di «Apollo 13, »Rush«, »Cocoon«, Ron Howard, sorridente, cappellino blu e felpa grigia, disponibile per I selfie con molti passeggeri ed operatori aeroportuali che lo hanno riconosciuto, arrivato con il produttore Nigel l'appuntamento capitolino sarà l'occasione, domani, per presentare e svelare i retroscena del suo documentario «Pavarotti» dedicato, con filmati inediti e rare interviste, ad un'altra icona della musica mondiale, dopo il precedente lavoro sui Beatles, «Eight days a week The Touring years». Anche l'ex protagonista di «Happy days» ed «American Graffiti» sarà l'atteso protagonista di un «Incontro ravvicinato» il 19 ottobre, alle 15.30, alla Sala Sinopoli.
 
Joh Turturro, Jesus significa libertà e generosità. «Il film parla di spirito libero e generosità. Proprio come la commedia francese a cui è ispirato». Così stamani a Roma il regista-attore John Turturro parla di Jesus Rolls - Quintana è tornato, scritto e diretto da lui dove torna a vestire i panni di Jesus Quintana, il campione di bowling già da lui interpretato in Il Grande Lebowski dei fratelli Coen. Presentato in anteprima mondiale come preapertura della 14¦ Festa del Cinema di Roma, Jesus Rolls - Quintana è tornato, ispirato a «I santissimi» di Bertrand Blier del 1974 tratto dal romanzo dello stesso regista Les Valseuses, sarà in sala dal 17 ottobre con Europictures. La commedia comunque ricalca in parte il film originale di Blier che fece all'epoca un certo scandalo mettendo in campo un bizzarro trio di disadattati composto appunto da Jesus, appena uscito di prigione, Petey (Bobby Cannavale), suo amico e gregario, e Marie, Audrey Tautou (Il favoloso mondo di Amelie), una ragazza stralunata che generosamente divide il letto con entrambi, ma ha un problema non da poco: è totalmente frigida.
   

Il cast. Nel cast anche Susan Sarandon, una donna appena uscita di prigione, abbastanza malinconica, ma capace di fare sesso a tre con Turturro e Cannavale; Sonia Braga, madre escort di Jesus e, infine, Christopher Walken in un cameo. Tra i brani dei Gipsy King, mambo, salsa e flamenco (le musiche sono di Milie Simon), Jesus si troverà prima a scontrarsi con un parrucchiere armato di pistola e poi, insieme a Cannavale e Tatou, in una lunga fuga on the road da legge e società durante la quale si formerà una strana comune a tre dove saltano, una ad una, tutte le regole. «È vero - spiega Turturro oggi a Roma - in questo film è molto importante la relazione che si instaura tra maschi e femmine. Ci sono maschi capaci di dormire abbracciati e ossessionati poi dal pensiero di saper soddisfare una donna. C'è una sessualità fluida in tutto il film - continua il regista -. Una sessualità che scorre tra me, Cannavale e Marie che diventa come nostra sorella». Anche Cannavale, padre originario di Avellino e madre cubana, crede ci sia «una grande generosità in tutti i personaggi del film. Certo c'è anche il tema della marginalizzazione, tutti i protagonisti sono loser e, ovviamente, c'è la sessualità raccontata e vista come gioco»
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Il Messaggero