Un posto alla Farnesina in cambio di mille euro: torna in carcere dipendente degli Affari Esteri

Un posto alla Farnesina in cambio di mille euro: torna in carcere dipendente degli Affari Esteri
Un impiegato del Ministero degli Esteri e un romano di Tor Pignattara sono la prova di come continuano ad andare certe cose in Italia. ...

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Un impiegato del Ministero degli Esteri e un romano di Tor Pignattara sono la prova di come continuano ad andare certe cose in Italia.


Il dipendente, per la seconda volta in pochi mesi, è stato arrestato per aver promesso ad alcune persone un posto di lavoro alla Farnesina in cambio di denaro in contanti. I truffatori restano truffatori ma anche chi spera di approfittare della loro “inventiva” non è propriamente da medaglia. Una delle “vittime”, dopo aver tirato fuori (inutilmente) mille euro, ha deciso di raccontare tutto alla polizia dopo una successiva richiesta di denaro e questa volta ha fatto - diciamo così - incastrare l’uomo da cui aveva ricevuto la promessa iniziale.



L’impiegato era già stato fermato dalla polizia nello scorso dicembre. Aveva tentato di raggirare alcune persone nella zona dei Castelli, a Genzano in particolare, convincendole di essere «un pezzo grosso» e di essere in grado di farle assumere «dietro il pagamento di 1.665 euro a testa». «Verserò personalmente la somma al ministero - raccontava - e vedrete che andrà tutto a posto». Dall’altra parte, ovviamente, non c’erano solo creduloni, ma cittadini pronti a imboccare qualunque scorciatoia pur di avere un impiego. Cosa non incomprensibile, visti i tempi, ma pur sempre illegale. L’uomo, fermato dalla Ps, era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo. Accuse: truffa aggravata, millantato credito e falso.



LA TRAPPOLA


Il lupo, come è noto, perde il pelo ma non il vizio. A pochissimi mesi dal primo episodio, l’impiegato della Farnesina si è rimesso in moto. Ha chiamato una persona di Tor Pignattara da cui aveva già avuto mille euro e ha detto che servivano altri soldi per mandare avanti la pratica di lavoro. L’uomo, questa volta, non è stato al gioco. Ha accettato, ha detto di essere interessato ma è andato al commissariato di zona raccontando tutto ai poliziotti: la storia, l’antefatto, luogo e data del nuovo incontro. Gli agenti lo hanno dotato di un microfono nascosto in un giaccone, hanno “segnato” le banconote che sarebbero state consegnate al truffatore e si sono messi in attesa degli eventi. Una telecamera ha ripreso tutto. Il dipendente della Farnesina è stato fermato subito dopo aver intascato i soldi. Quando ci riproverà? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero