L’operazione dei Falchi della Squadra mobile scatta quando, nelle case popolari del Quarticciolo, le persiane sono tutte chiuse, e, intorno, le strade vuote, con un silenzio...
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Quando le auto arrivano, c’è sempre qualcuno che cade nella rete delle forze dell’ordine. Come lo spacciatore, con una lista di precedenti, che è intento a cedere della cocaina ad un tassista. Quando vede i poliziotti non tenta neanche di fuggire. Mesi prima, si era rifiutato di aprire la porta di casa, e gli agenti dovettero impiegare non poco tempo per convincerlo a farli entrare. Stavolta no: «Venite, non ho molto», dice. Quel “non molto” si traduce in 15 dosi di cocaina pronte per essere vendute a 30 euro l’una. Sul tavolo c’è anche una bottiglia usata per fumare il crack. In casa, la fidanzata, una ragazza straniera senza permesso di soggiorno. Alle pareti, le foto dei figli di pochi anni. Dietro alle porte, i vicini spiano il via-vai della polizia, ma nessuno fiata, anche se in poche ore la notizia del blitz dentro la casa di quello spacciatore farà già il giro del quartiere.
Qui c’è soprattutto uno spaccio domestico, non organizzato in maniera capillare. anche se tutti sanno dove andare a comprare lo stupefacente. Alle porte, alcuni spacciatori hanno fatto montare delle grate: «Servono a cedere la droga senza far entrare il cliente in casa». Alcuni le usano anche per ritardare i blitz della polizia: nei secondi necessari ad abbatterle, gli spacciatori hanno tempo per buttare via la droga e per sperare di farla franca. Gli agenti dei Falchi, diretti da Andrea Proietti, sanno bene chi comanda chi, e si muovono sempre a colpo sicuro. Il Quarticciolo non è San Basilio, qui non c’è un “supermarket” della droga aperto 24 ore su 24, ma la polizia non abbassa mai la guardia, neanche di fronte a questo spaccio non professionale.
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Il Messaggero