Fabiola Moretti, chi è Donatella: "la primula rossa" nella serie tv "Romanzo Criminale"

Fabiola Moretti, chi è Donatella: "la primula rossa" nella serie tv "Romanzo Criminale"
Un passato noto e una storia costellata di arresti per droga e non solo. Fabiola Moretti, ex “primula rossa” della Banda della Magliana provò anche ad...

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Un passato noto e una storia costellata di arresti per droga e non solo. Fabiola Moretti, ex “primula rossa” della Banda della Magliana provò anche ad accoltellare il fidanzato della figlia e stamattina, all'alba è stata nuovamente arrestata nel corso dell'operazione “Fortino”, condotta dai carabinieri della compagnia di Pomezia su mandato della Direzione distrettuale antimafia.

Banda della Magliana, arrestata Fabiola Moretti: ex compagna di "Accattone". Le intercettazioni: «Quando mi muovo io è tutto apposto»

La sua storia è stata narrata e conosciuta dal grande pubblico anche grazie alla serie tv “Romanzo Criminale”, firmata da Stefano Sollima, nella quale ha ispirato il personaggio di Donatella Caviati, interpretato da Giovanna Di Rauso. Sul piccolo schermo viene raccontata come donna feroce e spregiudicata, nella realtà “milita” fin dagli esordi in quella banda che per anni ha gestito il traffico di stupefacenti e non solo nella Capitale. Amante di Danilo Abbruciati - il “camaleonte” - la Moretti vede nascere la Banda della Magliana e ne è protagonista fin dall'inizio. Fin da quella “collaborazione” nata a Testaccio tra Abbruciati, Enrico De Pedis e Franco Giuseppecci che si legano per gestire lo spaccio di stupefacenti nel quartiere.

Una donna dai mille volti e dalle tante ombre. Quando Abbruciati viene ucciso a Milano, il 27 aprile 1982, la Moretti, legata da una profonda amicizia con De Pedis, cambia compagno e si unisce ad un altro membro della Banda, Accattone, ovvero Antonio Mancini. La loro relazione durerà molti anni e così come Mancini anche lei inizierà a collaborare nell'inchiesta sulla banda della Magliana. Per anni è stata la grande accusatrice dell'ex senatore Claudio Vitalone nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del giornalista Mino Pecorelli. La donna nel 1995 accusò Vitalone di essere uno dei mandanti del delitto, raccontando di essere stata testimone di incontri tra l'ex senatore ed Enrico de Pedis, uno dei capi storici dell'organizzazione che, a cavallo degli anni '70 ed '80 del secolo scorso, insanguinò la Capitale.

 

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Il Messaggero