Ex Penicillina, altra violenza: lite a colpi di accetta

Ex Penicillina, altra violenza: lite a colpi di accetta
Una resa dei conti a colpi di accetta preceduta da altre sanguinose aggressioni, e poi lo spaccio di droga che è arrivato alle stelle. Senza dimenticare la situazione...

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Una resa dei conti a colpi di accetta preceduta da altre sanguinose aggressioni, e poi lo spaccio di droga che è arrivato alle stelle. Senza dimenticare la situazione insostenibile per i residenti che da settimane subiscono lanci di pietre e bottiglie come fossero birilli. L'ex Fabbrica Penicillina (un casermone sventrato e abbandonato sulla Tiburtina all'altezza di Casal dei Pazzi) ogni giorno sprofonda sempre più nella violenza (mentre il degrado è lì da sempre, non è una novità). Sono almeno cinquecento i senza fissa dimora che vivono in questa struttura (con i solai pericolanti, a rischio crollo). Irregolari, ai margini, irreperibili per lo Stato italiano e dunque invisibili. Nascosti nelle pieghe di un quartiere che, si è scoperto ora ma alla fine tutti sapevano da anni, uno dei più grandi ghetti della Capitale. E sempre qui è stato arrestato il terzo presunto stupratore e assassino di Desirée Mariottini (la 16enne trovata morta a San Lorenzo). Convinto che in questo inferno, tra tossici, sbandati e migranti, nessuno l'avrebbe mai trovato. Ma così non è stato.


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I FATTI
«Questo posto è una bomba ad orologeria. Tutti cadono dalle nuvole come fosse una cosa nuova - si sfogano due anziani - Tenerlo così forse fa comodo a qualcuno». L'ultima ennesima aggressione risale a giovedì mattina: per gli inquirenti una faida fra senegalesi e ghanesi. Ed è stato proprio un senegalese al quarto piano dello stabile a ferire a colpi di accetta un cittadino del Ghana. Sono arrivate ambulanze e auto delle forze dell'ordine. Il ferito è stato ricoverato al Pertini. Gli sono state medicate le ferite con decine di punti di sutura, non è in pericolo di vita. La polizia ha arrestato l'aggressore. Ma è impossibile non legare questo episodio con quello di lunedì scorso, quando un altro ghanese aveva cercato di uccidere un senegalese scaraventandolo giù da una scala (da una altezza di sette metri). Il ferito trasportato in ospedale, è stato ricoverato in prognosi riservata. L'autore del tentato omicidio è ancora ricercato. E pensare che lo straniero era stato arrestato dai poliziotti due settimane prima per il reato di rapina. Ma alla Direttissima a piazzale Clodio era stato scarcerato in attesa di giudizio. Ora si è macchiato di un altro grave reato ed è scomparso dalla circolazione.


Due giorni fa, si sono creati problemi di ordine pubblico: tanti residenti hanno visto l'arrivo delle camionette della polizia. «Siamo disperati - racconta una signora - Quando passiamo con le auto sotto la fabbrica ci viene lanciato di tutto. Il rischio è che ci scappi il morto». Sono almeno quattro le aggressioni in pochi giorni registrate nella fabbrica abbandonata. Addirittura, qualche beninformato, ha captato il disappunto dei boss di San Basilio per lo spaccio che ad ogni ora avviene all'interno di questo gigantesco scheletro. I prezzi sono stracciati («anche se la droga sembra essere di pessima qualità»). Insomma ci sarebbe stato un calo della domanda fra chi fa uso di sostanze nelle piazze di San Basilio e un aumento nella ex fabbrica. Sarebbe proprio la droga di ogni tipo a rendere pericolosi e violenti molti di quelli che trovano riparo nell'ex Penicillina. Cocaina, crack, eroina si trova di tutto senza problemi. Nella struttura fatiscente sono stati allestiti un bar e camerini appartati per «bucarsi». Tra le montagne di rifiuti ci sono anche una capra e cani di grossa taglia utilizzati per la guardia, pronti ad aizzarli contro gli estranei.
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Il Messaggero