Eur, il parco giochi dei bambini diventa la lavanderia dei rom

Eur, il parco giochi dei bambini diventa la lavanderia dei rom
Utilizzano le staccionate accanto agli scivoli a mo' di stendini per mettere ad asciugare pantaloni e biancheria intima e quando arriva l'ora di fare il bucato trasformano...

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Utilizzano le staccionate accanto agli scivoli a mo' di stendini per mettere ad asciugare pantaloni e biancheria intima e quando arriva l'ora di fare il bucato trasformano le fontanelle in lavatoi pubblici così, mentre i bambini giocano al parco, loro lavano i panni con tanto di bacinelle e sapone.




L'AREA GIOCHI

Succede quasi ogni mattina nel nuovissimo parco giochi di via del Tintoretto all'Eur: un'area verde nata per le famiglie del quartiere che da qualche tempo si è trasformata in lavanderia per nomadi. Gruppetti di due, tre persone che puntualmente arrivano, tirano fuori valigioni pieni di panni sporchi e cominciano a fare il bucato sotto gli occhi increduli di famiglie e bambini.

L'ultimo episodio risale a pochi giorni fa: «Ero al parco con mia moglie e il mio bimbo di 20 mesi - racconta Loris, 36 anni, da poco trasferito nel quartiere - quando a un certo punto sono comparse due donne con tre bacinelle cariche di vestiti, si sono posizionate vicino allo scivolo dove stavo facendo giocare mio figlio e hanno cominciato a fare il bucato sulle panchine come nulla fosse, a un metro dai bimbi che scorrazzavano nei giardini».





Hanno lavato giacche, calzini e maglioni per mezz'ora, fin quando «con i panni puliti hanno ripreso carrozzine e scatoloni e sono andate via, non prima di riempire diverse taniche di acqua». Consuetudine questa - basta guardare la foto per rendersene conto - che ha costretto molti residenti di zona a disertare il parco. Frustrazione a cui si aggiunge rabbia se si pensa che l'area, che si trova proprio vicino al cavalcavia tra via del Tintoretto e via Laurentina, «è nuovissima e i giochi praticamente inutilizzati», si sfogano gli abitanti.



LA FUGA DELLE MAMME

«Non abbiamo nulla contro i nomadi, qui non si tratta di razzismo - ripetono ad alta voce gli abitanti del quartiere- Chiediamo solo più educazione e rispetto. Non possono entrare nel parco giochi e utilizzarlo come fosse casa loro. Non è tollerabile. I parchi non sono toilette a cielo aperto. Non sono lavanderie o dormitori. Perché le famiglie devono rinunciare a uno spazio creato apposta per loro?».


«A volte - confessa Laura Celli, residente a pochi metri dal parco - ci sono mamme che preferiscono prendere i figli e rifugiarsi in altri parchi per farli giocare con maggiore tranquillità. Per non parlare del degrado. Spariscono per un giorno o due, poi tornano lasciando, dopo il loro passaggio, di tutto: pannolini, rifiuti, panchine in condizioni per cui non sono più utilizzabili. Così chi vuole portarci le carrozzine o i figli piccoli si guarda bene dall'entrare. È tollerabile tutto questo?». Tollerabile o no, però accade. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero