Eur, scempio alla Civiltà romana: museo e planetario nel degrado tra cocci e immondizia

Eur, scempio alla Civiltà romana: museo e planetario nel degrado tra cocci e immondizia
La piazza un tempo frequentata dai visitatori è deserta. Cartacce volano al vento, cocci di bottiglia ricoprono l'intera area. E poi birre, scritte sulle pareti,...

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La piazza un tempo frequentata dai visitatori è deserta. Cartacce volano al vento, cocci di bottiglia ricoprono l'intera area. E poi birre, scritte sulle pareti, mozziconi e pacchetti di sigarette lasciati a terra, pilastri divelti e sporcizia tutto intorno: il Museo della Civiltà Romana è abbandonato a se stesso. I PERICOLI

Il polo museale è ufficialmente chiuso da oltre due anni, dal 31 gennaio 2014, insieme al Planetario e Museo Astronomico, in previsione di lavori di riqualificazione dell'edificio per l'adeguamento alle normative. Ma anche si legge sul sito ufficiale del museo in ottica di una migliore fruibilità delle opere. Di fatto, però, neanche l'Ama passa più a ripulire la zona. Tra le colossali colonne in travertino si contano cartacce e rifiuti abbandonati. L'ingresso è sbarrato, senza indicazioni, senza alcun tipo di informazione. Dei lavori di riqualificazione neanche l'ombra. Sulle panchine, divelte, qualcuno ha lasciato un casco. Anche solo camminare nel piazzale diventa pericoloso: bisogna fare attenzione a dove mettere i piedi, in uno zig zag tra rifiuti e cocci di vetro. Le due vecchie entrate, sotto le scritte in stile littorio, sono diventate rifugio per fare i propri bisogni. Anche in pieno giorno. Poco più avanti, sotto il colonnato, due senzatetto raccattano tutto quello che possono, cercando riparo dietro l'ombra della struttura. «Dormiremo qui, non abbiamo dove andare», dice uno di loro.
 
LA COLLEZIONE
Eppure siamo di fronte ad uno dei musei più importanti della Capitale. La sua collezione è unica: racconta, appunto, la storia della civiltà romana attraverso un repertorio variegato di riproduzioni dei monumenti, siti e luoghi tra i più emblematici di Roma. Tra modelli e plastici, ma anche ricostruzioni in scala. Un percorso di 59 sezioni, distribuite su una superficie di 12mila metri quadrati, un tempo meta prediletta di scolaresche, universitari e studiosi. Si va dal plastico di Italo Gismondi dedicato alla Roma di Costantino (del IV secolo d.C.), ai calchi che riproducono a grandezza naturale tutti i rilievi della Colonna Traiana (l'originale, datato al 113 d.C., è oggi ovviamente ai Fori imperiali).


Il museo fu progettato nel 1942, in occasione dell'Esposizione Universale che segnava la nascita del quartiere all'Eur. Dopo la guerra fu la Fiat ad occuparsi della ristrutturazione dell'edificio, che aprì finalmente al pubblico nel 1955. Dai primi anni '50, inoltre, la piazza antistante al museo si è trasformata in un set cinematografico. Uno dei primi film girati sul posto fu Ok, Nerone, di Mario Soldati. Più receNte, il fantascientifico Equilibrium con Christian Bale. Fino al febbraio del 2015, quando sono arrivati Daniel Craig e Monica Bellucci per girare proprio tra le colonne del Museo della Civiltà Romana la famosa scena del funerale dell'ultimo episodio di 007, Spectre. Per l'occasione, dopo il rifiuto da parte del Verano alle riprese al suo interno, la piazza si trasformò in un cimitero. Anche in quel caso, però, furono gli addetti ai lavori ad occuparsi della pulizia della zona. Non senza lamentele. Oggi, di tutti i fasti, sembra essersi perduto il ricordo. Il piazzale realizzato in prospettiva metafisica si è trasformato in un parcheggio per gli automobilisti. Di sera, arrivano i ragazzi, una chiacchiera e una birra.

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Il Messaggero