Sei mesi di arresti domiciliari nel suo superattico all'Eur, e ora finalmente la libertà col solo limite dell'obbligo di presentazione una volta al giorno a un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La grana giudiziaria per la bella ex moglie del campione giallorosso però non è chiusa, anzi è alla prime battute in aula. A piazzale Clodio è stato appena firmato per lei e per gli altri coindagati - tra cui Manuel Severa, Francesco Camilletti e Simone Di Matteo - la richiesta di rinvio a giudizio per estorsione aggravata. «Sai quanto ci metto a fa' ammazzà una persona? Basta che metto diecimila euro in mano ad un albanese, non ci mette niente». Ad inchiodare l'indagata soprattutto questa minaccia rivolta a Ieffi, colpevole a suo dire di non volerle restituire dei soldi anticipati per l'acquisto di un impianto fotovoltaico, somma lievitata da ottanta a centocinquantamila.
L'AGGRESSIONE Visto che Ieffi non voleva piegarsi al sopruso era stato sequestrato, picchiato e ferito alla testa con un coltello. Poi rapinato del Rolex, e buttato per strada con l'ordine di stare zitto e trovare subito i soldi. Per la bionda vip un'unica consolazione: i pm Lina Cusano e Delia Cardia, che a dicembre avevano fatto scattare il suo arresto, hanno rinunciato alla contestazione di sequestro di persona.
La Pisnoli, intanto, prende le distanze dalle accuse, come emerge dalle carte dell'interrogatorio. «Io avevo appuntamento con Ieffi per chiarire l'affare del fotovoltaico ed invece lui è arrivato con Severa e un altro uomo a casa mia. Non mi sono preoccupata perché sono amici. Ma poi all'improvviso Severa lo ha accusato di un bonifico falso e la situazione è precipitata. Ho chiamato la domestica...Avrei voluto chiamare l'ambulanza, la polizia, ma ho avuto paura...».
Una ricostruzione contestata dal giudice. Durante l'interrogatorio la Pisnoli aveva precisato, su domanda, di essere una imprenditrice immobiliare e di incassare ogni mese un assegno divorzile di 40.000 euro. «Io non faccio picchiare le persone» era scoppiata in lacrime «né ho bisogno di fare certe cose. Poi non ce l'avevo tanto con Ieffi quanto con un mio ex compagno che mi aveva garantito l'affare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero