Due escursionisti romani si perdono sul Gran Sasso, notte di paura bloccati su una parete

Due escursionisti romani si perdono sul Gran Sasso, notte di paura bloccati su una parete
Due escursionisti romani di 47 e 48 anni, sono stati salvati ieri mattina dopo essere rimasti bloccati tutta la notte su una parete del Gran Sasso. Avevano deciso di scalare...

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Due escursionisti romani di 47 e 48 anni, sono stati salvati ieri mattina dopo essere rimasti bloccati tutta la notte su una parete del Gran Sasso. Avevano deciso di scalare Pizzo Intermesoli, la terza cima più alta del massiccio, nel territorio di Pietracamela, in provincia di Teramo.


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Quando sono arrivati sul terzo pilastro, lungo la via Amichetti, e sono usciti di cresta erano già le 20. Il sole stava tramontando e con l'arrivo del buio non sapevano come scendere, anche se sono entrambi esperti alpinisti. A quel punto hanno deciso di allertare i soccorsi, che si sono attivati con le squadre di terra, chiedendo anche il supporto dell'elicottero dall'Aquila. Purtroppo, anche se la giornata era soleggiata e si era registrato un caldo record in pianura, in alta quota soffiavano delle forti raffiche di vento che hanno impedito il decollo dell'elisoccorso.



LA PARETE
Così i romani sono rimasti tutta la notte all'addiaccio, imbracati e appesi in parete a quota 2 mila e 200 metri. I soccorritori si tenevano in contatto loro telefonicamente, sia per dare loro un supporto psicologico che per controllare il loro stato di salute. Ma l'odissea della coppia non è finita qui. Verso le quattro del mattino, ad entrambi si sono scaricate le batterie dei cellullari e sono rimasti completamente isolati e soli. Questo fino alle 7.30 del mattino, quando le condizioni meteo hanno permesso all' elicottero del 118 dell'Aquila di alzarsi in volo con a bordo gli uomini del Soccorso alpino e speleologico d'Abruzzo (un medico e un infermiere). Il recupero è avvenuto in volo con il verricello. I soccorritori li hanno imbracati e fatti salire uno alla volta. Una volta recuperati, i due sono stati accompagnati al pronto soccorso dell'ospedale Mazzini di Teramo. Il personale sanitario ha verificato che lo stato di salute dei due alpinisti capitolini era buono.

Il momento peggiore? «Non tanto il tempo trascorso in parete, quanto quando si sono interrotte le comunicazioni per via dei cellulari scarichi. Eravamo stanchi, circondati dal buio, abbiamo temuto il peggio» hanno raccontato agli uomini della base. A quel punto, senza nemmeno riposare, sono saliti in auto e sono ripartiti per Roma. Fondamentale per il recupero anche il sostegno degli uomini del soccorso alpino da terra i vigili del fuoco di Teramo e i carabinieri del comando di Pietracamela.


«Per sopravvivere in queste condizioni - dice Daniele Perilli, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico d'Abruzzo - occorre una adeguata preparazione fisica. Per fortuna i due romani erano preparati da tutti i punti di vista. A tutti gli altri escursionisti che in questi giorni affollano la montagna dico che occorre comunicare il luogo dell'escursione e il presunto orario di rientro; scegliere abbigliamento e attrezzature tecniche idonei alla destinazione; portare sempre il cellulare e una piccola dotazione di primo soccorso; controllare sempre il meteo prima di affrontare un'escursione o una scalata. Se non si ha esperienza, affidatevi alle guide alpine o agli accompagnatori di media montagna». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero