Ottanta professionisti della "Roma bene" con il vizietto inconfessabile del sesso a pagamento, ora cominciano a sudare freddo: sono i clienti di Marina Z., una escort di lusso di...
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L'inchiesta che ha spedito a processo Roberto P. è stata condotta a ritmo serrato. E' lo scorso marzo, quando Marina denuncia il suo ex fidanzato accusandolo di averle reso la vita un vero inferno: dopo una relazione durata quindici anni, l’avrebbe minacciata e perseguitata. La donna, esasperata, prima di rivolgersi alle forze dell'ordine tenta per due volte il suicidio. Poi, chiede aiuto ai carabinieri e ai magistrati. All'inizio, il pubblico ministero Pietro Pollidori indaga Roberto per stalking e ottiene dal gip una misura restrittiva, che obbliga l'imputato a stare lontano dall’ex compagna. Durante le indagini, però, gli inquirenti scoprono che Marina non è stata solamente vessata da un partner geloso: Roberto l’avrebbe anche costretta a prostituirsi.
La vita da escort della quarantenne sarebbe iniziata nel settembre del 2013. Roberto minacciava la compagna e lei aveva paura. Era completamente soggiogata dalla personalità aggressiva del suo uomo. All'epoca, i due convivevano in un piccolo appartamento in zona Eur. Era lì che Marina riceveva i clienti: un'ottantina di professionisti della "Roma bene". Imprenditori, avvocati, giornalisti, che la trattavano come un oggetto e pagavano circa 200 euro per ogni incontro, prima di tornare a casa da mogli e figli. «Provo nausea per loro, erano falsi e si vantavano delle professioni che facevano, mi mostravano i tesserini», ha raccontato la donna. Roberto curava l'attività senza trascurare nemmeno un dettaglio: aveva messo un annuncio sul web con le foto della fidanzata e gestiva gli appuntamenti. Una volta terminata la relazione con la compagna, aveva continuato a pretendere soldi: «Io non prendevo niente, mi toglieva tutto quello che guadagnavo, circa 700 euro al giorno», ha dichiarato Marina. La donna ha anche spiegato la scelta di denunciare: «Volevo dare un segnale e lanciare un messaggio alle donne che ogni giorno subiscono e vivono una tragedia simile a quella che ho dovuto affrontare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero