Ora a tremare sono gli abitanti di Corcolle. Dopo aver scongiurato sette anni fa l'arrivo dei rifiuti di Malagrotta, si preparano a nuove barricate perché la cava che...
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In tutti i casi l'autorizzazione, avanzata dai proprietari della cava, la GM Pozzolana, è stata calendarizzata. Formalmente si chiede di poter depositare materiali inerti. Ma da lì a stoccare rifiuti solidi urbani, il passo è brevissimo. Proprio come sette anni fa. Anche dall'Ama confermano che il sito è tra i papabili per ospitare l'immondizia che ora va a Ponte Malnome, la cui autorizzazione scadrà a luglio. Manca poco tempo, quindi e bisogna trovare assolutamente un altro sito. Anche perché arrivano notizie sconfortanti dall'impianto di Rocca Cencia, sempre in VI Municipio. Il Tmb è al collasso con le macchine che iniziano a fermarsi e i cumuli di rifiuti aumentano nella zona di Conca d'Oro e Prati fiscali. L'imbarazzo della maggioranza pentastellata è palpabile. Dopo Torre Maura, rischiano di subire un'altra decisione calata dall'alto.
«È la mancanza di trasparenza che lascia esterrefatti», dice Fabrizio Compagnone, capogruppo Pd nel VI Municipio dove è ubicata la cava per cui è stata avviata la richiesta di autorizzazione. Il segretario regionale dei dem Astorre aggiunge: «No a una discarica a Corcolle. La giunta Raggi non riapra una ferita, abbandoni l'ipotesi di una discarica a pochi metri da Villa Adriana. La conferenza dei servizi convocata dal Campidoglio per dare corso al progetto già bocciato è un atto di violenza per il territorio, i cittadini e per un'area archeologica straordinaria. Il Pd è contrario e metterà in atto ogni misura per fermare questo scellerato progetto».
Nel 2012 andò in onda lo stesso film: richiesta di autorizzazione per rifiuti inerti e poi per rifiuti da Tmb. Il sito era stato dichiarato non idoneo per diversi motivi tra cui il patrimonio Unesco che sorge a pochi passi da lì: villa Adriana. Ora i fattori escludenti sarebbero persino aumentati: a febbraio, a Parigi hanno deciso che Villa Adriana è diventata bandiera blu Unesco. Si tratta di una caratteristica che ha anche la Biblioteca Nazionale di Firenze e che presuppone una protezione rafforzata in caso di conflitto armato. L'iscrizione comporta una totale immunità.
Memori di quello è successo anni fa, vicenda che portò alle dimissioni dell'allora prefetto Giuseppe Pecoraro, i residenti sono in allarme. «Facessero la discarica al Colosseo e non rompessero il piffero!», scrive qualcuno». In Municipio sono pronti al gran rifiuto: «È l'ennesima mazzata, non si doveva ripartire dalle periferie tutelandole?»
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Il Messaggero