Eleonora Abbagnato nuova direttrice della Scuola di Danza dell'Opera di Roma: «Il modello Parigi nella Capitale»

L'étoile porterà lezioni con grandi maestri internazionali, workshop e apertura al contemporaneo

Eleonora Abbagnato nuova direttrice della Scuola di Danza dell'Opera di Roma: «Il modello Parigi nella Capitale»
«Penso ad una scuola dinamica e aperta. Il Covid non ha aiutato, ci ha rallentato, ma ora bisogna lavorare sempre di più sui nostri talenti». L'entusiasmo...

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«Penso ad una scuola dinamica e aperta. Il Covid non ha aiutato, ci ha rallentato, ma ora bisogna lavorare sempre di più sui nostri talenti». L'entusiasmo misto a grinta nella voce. Così la famosa ballerina Eleonora Abbagnato commenta a caldo la sua nomina alla direzione della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma, istituzione prestigiosa della Capitale con oltre novant'anni di storia, incastonati in via Ozieri 8, in un bel villino a ridosso dell'Acquedotto Felice. Una guida ad interim per l'etoile nata a Palermo e cresciuta a Parigi, che guida già dal 2015 il Corpo di Ballo della Fondazione capitolina. L'incarico le è stato assegnato dal sovrintendente Francesco Giambrone, dopo le dimissioni di Laura Comi. Parla veloce, Eleonora Abbagnato, con l'energia di una maratoneta.

LE PROVE
La raggiungiamo al telefono durante le prove per la Nuit romaine, lo spettacolo che vanta le coreografie di Angelin Preljocaj e i costumi di Maria Grazia Chiuri della maison Dior, che andrà in scena al Costanzi dal 13 al 18 settembre. Risponde alle domande con uno slancio atletico, si interrompe a tratti per dare indicazioni in francese allo staff, poi riprende in italiano, ride: «Scusateci, siamo in piena creazione qui, proviamo proviamo e poi arrivano anche queste belle notizie...». Lei, classe 78, di rara elegante bellezza, sposata con l'ex calciatore Federico Balzaretti, due figli, e un'aura glamour innata. Come vive questa nomina? «Sono davvero contenta. È importante questo legame con la Scuola, è fondamentale soprattutto per aiutare a crescere il nostro vivaio che deve diventare l'anima del Corpo di ballo, come accade all'Opera di Parigi. L'obiettivo è quello di dare un segnale di svolta, per avere una scuola di risalto sempre più interazionale e aprirla anche a persone che vengono da fuori». Sono proprio le relazioni d'oltralpe a scandire il programma scolastico: «Mi piace pensare a sinergie lavorative del nostro Corpo di ballo con grandi maestri internazionali che allo stesso tempo possono seguire i nostri allievi».

IL PROGRAMMA
La parola lavoro ricorre sempre nei ragionamenti della Abbagnato: come a ribadire la serietà, il rigore e la disciplina della danza. «La linea didattica che darò segue il modello della scuola francese», precisa l'etoile dalla lunga e brillante carriera legata proprio all'istituzione parigina: «Seguirò il programma di studio della danza classica e apriremo a corsi che completano tutto lo scenario, che sia la musica che sia il contemporaneo. Infatti, avrò anche una maestri di contemporaneo. Realizzeremo vari workshop con coreografi che verranno a lavorare qui da noi. E voglio lavorare sulle danze di carattere, una qualità che per me va sempre inserita nel programma di scuola». La campanella è prevista per il 5 settembre, per i corsi superiori dal quinto all'ottavo, poi dal 15 settembre i più piccoli. «Io sono a abituata alle scuole dove si studia il più possibile tutto della danza...», commenta. Nulla si improvvisa, sottolinea la ballerina: «Ci sono voluti sette anni per tutto il lavoro che ho fatto a Roma: il tempo è sacro, ce ne vuole per costruire, l'importante è dare un segnale. Quello di avere un Corpo di ballo di livello europeo con alle spalle una Scuola solida di livello alto. Perché il vivaio dei nostri allievi è fondamentale».

LE SINERGIE


L'idea è quella di creare collaborazioni sempre più prestigiose: «Creare opportunità di incontri importanti, con altri maestri di scuole di livello. Un esempio, per la Giselle di Carla Fracci, ci sarà Julio Bocca a seguire le nostre classi. Penso a scambi con il conservatorio di Parigi, a legami importanti che posso attivare io». In pochi aggettivi come definirebbe la sua Scuola, allora? «Dinamica e aperta. Perché io sono molto aperta, verso tutte le scuole, anche quelle private. Avrò anch'io da fare un gran lavoro di scouting con i docenti. Il Covid non ha aiutato, ma ora bisogna lavorare sui nostri talenti».
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Il Messaggero