Ecco “cartella”, il gatto nero di Equitalia

Ecco “cartella”, il gatto nero di Equitalia
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Che bella cosa iniziare la giornata alle 6.20 in fila allo sportello di #equitalia di #ostia

@fffisherman

Via Cristoforo Colombo 271, qui Equitalia (che non si chiama più così, ma la sostanza non cambia) benvenuti nel girone dei dannati delle multe e delle cartelle che fanno sempre paura. Un esercito di disperati si dà appuntamento qui, ogni giorno, per saldare, trattare, rateizzare, mediare, sperare (magari in qualche errore). Si prende un numeretto e si trattiene il respiro, fino a quando un impiegato tratterà il vostro caso (dandovi rigorosamente e inspiegabilmente del “tu”). C’è chi, da queste parti, ha assistito a liti infuocate, tanto che nel salone staziona sempre una guardia giurata, pronta a intervenire. Eppure, in questa valle di lacrime c’è una fonte di gioia e serenità, che sembra essere piovuta da queste parti per qualche strano scherzo del destino.

Dispensa fusa e miagolii a tutti, incondizionatamente: è un gatto nero, che staziona ogni mattina davanti all’ingresso. Qualcuno scherza e lo chiama “cartella”. Ha il pelo curato, probabilmente merito di qualche “gattara”. Appena qualcuno si ferma, multa alla mano, sguardo angosciato, lui arriva a strusciarsi contro la gamba. Pretende carezze e, in quella pretesa, c’è tutta la dolcezza felina tipica dei randagi, che pure avrebbero motivo per avercela con il mondo. E, invece, lui attende, come gli impiegati agli sportelli, ma non chiede nulla in cambio. Attenzioni, quelle sì. E, forse, aspetta che un giorno arrivi il multato giusto, quello che capitoli di fronte alle sue coccole e decida di offrirgli un futuro migliore, tra le mura di una casa. 
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Il Messaggero