Ci sono le foto della vita di prima, i bambini a scuola, i commercianti al lavoro, le vacanze al mare, la musica, la palestra, e poi la fine improvvisa ma non inaspettata di tutto...
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Per la prima volta sarà possibile vedere in versione integrale il filmato del discorso che Mussolini tenne a Trieste il 18 settembre 1938, digitalizzato e restaurato, durante il quale vennero annunciate per la prima volta le leggi razziali. «A rileggerle oggi abbiamo chiamato gli studenti dei licei romani - spiega Marcello Pezzetti - e le registrazioni si vedranno su due grandi schermi. La mostra si compone di materiale inedito al 90 per cento. Abbiamo molte foto di famiglia che illustrano la vita negli anni '20 e '30, quelle gli ebrei fascisti, compresi balilla e giovani italiane, quelle dei veterani della prima guerra, e poi le immagini di un mondo che viene spezzato. Si creano le scuole speciali per gli ebrei che non possono più frequentare quelle pubbliche, vengono vietati i luoghi di villeggiatura, i professori sono cacciati dalle università, gli sportivi da tutte le federazioni del Coni. A questo proposito abbiamo ritrovato e messo in mostra la valigetta del pugile Leone Efrati con i guantoni, gli scarpini e il casco: fu deportato ad Auschwitz e morì durante un combattimento a cui lo costrinsero le SS».
In mostra anche le foto degli ebrei italiani di Libia, Rodi e Fiume, che subirono allo stesso modo le conseguenze delle leggi razziali. «Ma non venivano perseguitate solo le persone - spiega Pezzetti - il fascismo voleva eliminare ogni traccia di ebraismo. Abbiamo esposto quindi anche tutti i libri che vennero ritirati dalle scuole in quanto scritti da ebrei, dalle fiabe per bambini alle carte geografiche. Poi abbiamo le due Guide Monaci, quella del '38 e quella del '39 da cui sono spariti tutti i nomi degli ebrei; le tavole genealogiche elaborate dal ministero degli Interni per definire l'appartenenza alla razza ebraica con tanto di palline rosse e blu; le foto degli ebrei al lavoro coatto a Roma, a Milano, a Napoli; le perizie di esproprio delle proprietà. In vista dell'ottantesimo anniversario delle Leggi che sarà l'anno prossimo, vogliamo dunque fare capire con i fatti cosa è stata questa grande vergogna della storia italiana. La prossima primavera apriremo una seconda mostra focalizzata invece sulle biografie delle singole persone e sulle storie familiari». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero