In scena “Il duce delinquente”, Cazzullo in viaggio nella Storia

Parata di vip per lo spettacolo teatrale

In scena “Il duce delinquente”, Cazzullo in viaggio nella Storia
Nell'anniversario della marcia su Roma, anche il teatro può fungere da ancora di salvezza. Lo sa bene Aldo Cazzullo che, insieme a Moni Ovadia e alla musicista Giovanna...

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Nell'anniversario della marcia su Roma, anche il teatro può fungere da ancora di salvezza. Lo sa bene Aldo Cazzullo che, insieme a Moni Ovadia e alla musicista Giovanna Famulari, ha intrattenuto e risvegliato le coscienze del pubblico romano, con lo spettacolo teatrale Il duce delinquente. «Mi auguro - ha precisato Cazzullo qualche minuto prima di entrare in sala - che la platea di Roma, città dove vivo dal 1998, si faccia sorprendere da questa storia. Dimostrerò che il Duce non ha fatto molto per Roma, anzi. I soprusi nel quartiere di San Lorenzo lo hanno evidenziato».


«Mi sono vestito in total black - scherza invece l'artista Ovadia - per adattarmi al clima della serata, ma il mio cuore resta sempre rosso». Nel frattempo la sala del teatro India lentamente si riempe in tutti i suoi duecento posti e tra tanta gente comune si riconoscono anche diversi colleghi giornalisti.

 

Se Luca Telese in giacca di velluto marrone entra in compagnia di Simona Ercolani, Fabrizio Roncone con la sua caratteristica sahariana è insieme a Serena Bortone con cui ha parlato fitto fitto. Qualche minuto prima che si chiudessero le porte e iniziasse la lettura dell'evento, entra trafelato anche il giornalista ed ex Iena Alessandro Sortino. La serata è stata introdotta da Corrado Augias: «Un regime politico durato vent'anni si giudica dalla fine e quello che ha lasciato il fascismo è stato davvero disastroso». Emozioni e riflessioni in sala.


Augias ha avuto il tempo di prendere posto in prima fila e il pianoforte ha suonato la canzone del 1932 Parlami d'amore Mariù le cui parole sono state intonate dolcemente dall'aretista Ovadia. Cent'anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo. Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. E la storia prende vita.
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Il Messaggero