È stata trovata morta ieri mattina all'interno del suo appartamento di via Val Melaina 46, nel quartiere di Montesacro, a Roma. Olga Galindo Realpe, 72 anni, boliviana...
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In realtà è bastato un sopralluogo più approfondito per constatare che dalla casa non mancava nulla, o comunque tutto sembrava essere al suo posto. Ma la porta d'entrata era accostata, con una mandata di chiavi per tenerla semiaperta. Forse per far passare un po' di aria, o forse aveva ricevuto una vista. Tutto è ancora da capire. Per ora non si esclude nulla dalla morte accidentale a quella violenta, dalla rapina a una lite finita male.
L'AUTOPSIA
La morte, secondo le prime ricostruzioni del medico legale, sarebbe avvenuta poche ore prima. In ogni caso per appurare le cause del decesso sulla salma della donna è stata disposta l'autopsia, solo quella potrà chiarire la dinamica dei fatti.
L'ALLARME
Olga, sposata e divorziata, qualche precedente di polizia risalente a molti anni fa, un figlio in cura per disintossicarsi, viveva nel condominio di via Val Melaina da tempo e nel quartiere aveva stretto diverse amicizie. È stata proprio una sua amica e vicina, a preoccuparsi ieri mattina perché chiamandola al telefono di casa non aveva ottenuto alcuna risposta. Poi quella porta di casa lasciata aperta in quel modo l'aveva insospettita ancora di più. «Qualcosa non andava», ha detto agli investigatori. E così ha deciso di entrare e guardare cosa fosse successo, perché non rispondeva. Pochi passi e poi la brutta scoperta: Olga distesa a terra, immobile, in una pozza di sangue. La donna ha subito chiamato i soccorsi e le forse dell'ordine. Sotto choc ha atteso l'arrivo dei carabinieri.
RAPINA FINITA MALE 2 MESI FA
A maggio, nella stessa zona, a pochi chilometri di distanza, Anna Tomasini, 89 ann, pensionata e madre di due figli, è morta per le ferite riportate durante una rapina nella sua abitazione. In quei giorni Anna stava preparando la festa dei suoi 90 anni, con la leggerezza di chi non conosce il peso dell'età. Domenica 5 maggio era da sola nella sua casa di via Pizzo Bernina, parlava al telefono con una sua cara amica. Ha sentito dei rumori, ha urlato: un rapinatore l'ha colpita alla nuca e il giorno dopo è morta in ospedale. Li hanno presi, erano cinque rom, stavano per fuggire. «Anna deve aiutarci a sconfiggere il male con il bene», ha detto il prete che ha celebrato il suo funerale. «Non bisogna seminare odio e rancore. La giustizia deve fare la sua strada. Noi dobbiamo custodire i segni di bene e di amore che Anna ha lasciato». I rapinatori nel giro di poco sono stati presi: tre a bordo di un treno in partenza dall'Italia verso la Francia, un altro è stato bloccato alla frontiera, e il quinto era nascosto a Torino a casa di parenti.
elena.panarella@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
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