“Donna di cuori” naufraga a Fiumicino: i velisti si gettano in mare

"Donna di cuori" sbattuta sulla spiaggia di Focene, i due velisti in mare fra onde di due metri. Le condizioni meteo-marine avverse sul litorale romano hanno reso...

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"Donna di cuori" sbattuta sulla spiaggia di Focene, i due velisti in mare fra onde di due metri. Le condizioni meteo-marine avverse sul litorale romano hanno reso proibitiva la navigazione e fatto naufragare l’imbarcazione “Donna di cuori” sulla spiaggia di Focene. Per fortuna l’equipaggio, due romani con la passione della vela, sono usciti indenni anzi hanno impedito al natante di 8 metri di riportare danni, gestendo l’operazione con cui far adagiare il guscio su un fianco una volta raggiunta la riva. Erano usciti dal porto-canale di Fiumicino, visto che “Donna di cuori” ormeggia abitualmente nel cantiere nautico Porto romano verso Capo due Rami, intorno alle ore 11 per una giornata di vela in mare dopo una settimana di lavoro.

 
 
CAMBIO DI CONDIZIONI METEO-MARINE
«Due ore dopo – sottolinea Massimo Striani, uno dei naufraghi – sono improvvisamene mutate le condizioni del mare e un forte vento ha sollevato onde alte più di due metri. A quel punto abbiamo tentato di rientrare con un motore di 8 cavalli, ma l’operazione non ha sortito un grosso effetto e la barca è stata spinta verso terra dalle grosse onde».
 

I due skipper sono stati abili a superare la scogliera soffolta, gettata a protezione della costa, e quindi una secca che si trovano a poche centinaio di metri dalla riva. Giunti a ridosso della riva si sono tuffati mare e con coraggio i due appassionati di vela sono riusciti a governare l’unità, con l’ausilio di due funi, e consentito al cabinato in vetroresina di adagiarsi su un fianco scongiurando danni allo scafo. La chiglia alla fine del naufragio è rimasta intatta pur avendo avuto un grosso impatto sulla sabbia del fondale.
 
GRAZIE ALLA CAPITANERIA DI PORTO

«Per fortuna è andata bene – precisa invece Corrado Fiori, l’altro naufrago – ma abbiamo però qualche perplessità sul recupero del natante. A Fiumicino, dove ci sono tanti cantieri, nessuno è attrezzato per il tempestivo recupero della nostra barca. Questa notte dobbiamo lasciare una persona a controllarla anche se è stata messa in sicurezza con quattro tiranti collegati a terra. Vorrei ringraziare la Capitaneria di porto per la disponibilità mostrata nei nostri confronti con la presenza del suo disponibile personale».
 
 
 
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Il Messaggero